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Processo Insula, don Ciotti: Girasole con noi corretta

CROTONE «Cosa sia successo dal 2 all’8 novembre 2010 non lo sappiamo, perché con noi è stata sempre molto attenta e impegnata nel voler costruire un percorso». Sono queste le dichiarazioni di don L…

Pubblicato il: 26/05/2015 – 13:29
Processo Insula, don Ciotti: Girasole con noi corretta

CROTONE «Cosa sia successo dal 2 all’8 novembre 2010 non lo sappiamo, perché con noi è stata sempre molto attenta e impegnata nel voler costruire un percorso». Sono queste le dichiarazioni di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera riguardo all’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole rilasciate durante il processo “Insula”. L’ex primo cittadino era presente in aula questa mattina insieme al marito, Francesco Pugliese ma anche Antonio De Meco, vincitore del bando di concorso predisposto dal Comune di Isola per la commercializzazione del raccolto e alcuni membri della famiglia degli Arena coinvolti nel processo. Un’inchiesta, questa, per cui furono eseguite tredici ordinanze di custodia cautelare in carcere, tutti accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, corruzione elettorale, turbativa d’asta, usura, favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio. «Con me è stata sempre molto chiara l’allora sindaco Girasole – ha continuato don Ciotti in aula, consultando i suoi appunti personali –. Mi chiese supporto per seguire il percorso per costituire una coop che gestisse i terreni confiscati e allo stesso tempo di sostenere la decisione del Comune di Isola Capo Rizzuto di non procedere alla distruzione del raccolto dei finocchi coltivati sui terreni della cosca (frangizollatura)».
In quell’anno, infatti, il Comune predispose un bando per la commercializzazione del raccolto, a cui lo stesso don Ciotti era contrario, sempre per dirla con le parole del fondatore di Libera.
Don Ciotti ha risposto a tutte le domande formulate dai legali, ma anche dal pm della Dda Domenico Guarascio e dal presidente del Tribunale penale di Crotone, Edoardo D’Ambrosio.
«Voleva costruire un grande percorso, Caterina Girasole insieme a noi – ha continuato a ribadire il fondatore di Libera – e nessuno l’ha obbligata a farlo. Inoltre, voglio precisare che Libera non ha mai colonizzato da nessuna parte, come invece ha affermato qualcun altro (facendo riferimento alla posizioni espresse dal parroco di Isola don Edoardo Scordio, ndr), perché abbiamo sempre accompagnato i percorsi di legalità a favore del territorio».
«Noi di Libera – ha infine concluso don Ciotti – non eravamo d’accordo con questo bando ed eravamo convinti che il raccolto doveva essere distrutto perché l’orientamento seguito da Libera a livello nazionale era contrario alla aste al fine di evitare che i beni tornassero nella disponibilità degli ex proprietari. Sono poi venuto a conoscenza del fatto che si sospettavano delle infiltrazioni mafiose e di questo ero molto dispiaciuto. La mafia, come sempre, quando ci sono terreni confiscati tenta di riappropriarsene».
In conclusione don Ciotti ha rievocato «le difficoltà» che il sindaco Girasole incontrava per aver assegnato i terreni all’Ats “Libera Terra”.

 

m.d.c.

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