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Legambiente: «Sulla depurazione l'ennesimo fallimento»

CATANZARO «A distanza di sette anni ci ritroviamo a dover vedere di nuovo il settore in mano ad una gestione commissariale i cui esiti nella nostra regione sono stati fallimentari e devastanti – . …

Pubblicato il: 27/05/2015 – 11:07
Legambiente: «Sulla depurazione l'ennesimo fallimento»

CATANZARO «A distanza di sette anni ci ritroviamo a dover vedere di nuovo il settore in mano ad una gestione commissariale i cui esiti nella nostra regione sono stati fallimentari e devastanti – . Nessun Commissario ha raggiunto in decenni gli obiettivi per cui era stato istituito. Anche sul fronte acqua e depurazione, dovremo attendere l’arrivo di un nuovo commissario». È quanto dichiara Andrea Dominjanni, vice presidente regionale di Legambiente, quando sembrano ormai mancare poche ore alla firma del decreto governativo che porterà al commissariamento della Regione Calabria nel settore del trattamento delle acque e della depurazione.
«Nel dossier del 2013 sulla depurazione, abbiamo illustrato nel dettaglio – si legge in una nota di Legamebiente – il quadro a dir poco allarmante in Calabria, evidenziando il fallimento di dieci anni di Commissariamento, dal 1998 al 2008, per l’emergenza ambientale. L’ufficio del Commissario delegato doveva censire tutta la rete fognaria e gli impianti della regione, verificando i problemi strutturali e quelli gestionali per definire gli interventi necessari a sanare rapidamente le criticità del sistema. La gran parte di questi obiettivi però, non sono stati raggiunti, ma non solo. La relazione finale dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) per gestione dei finanziamenti ricevuti dall’Ufficio del commissario delegato nell’ambito del Por Calabria 2000-2006, del 2010, è stata impietosa: gravi irregolarità amministrative, assoluta mancanza di controlli, appalti in deroga alle leggi violando le prescrizioni sul cofinanziamento dei programmi comunitari, assenza di collaudi, mancanza di relazioni sulla conclusione o sullo stato dei lavori, varianti e aumenti di spesa non giustificati».
«La situazione – prosegue Legambiente – si è poi ulteriormente aggravata anche per i ritardi nella costituzione delle strutture operative dei cinque A.t.o. (Ambiti territoriali ottimali) della Regione e nell’affidamento della gestione del servizio idrico integrato. Il governo lo ha previsto nel decreto Sblocca Italia, ma la Regione Calabria non ha fatto nulla in questi anni per dimostrare l’efficacia dell’azione della politica. Un fallimento denunciato da Legambiente Calabria che, purtroppo, trova rispondenza anche nelle recenti indagini della Procura di Paola, sulla manutenzione ordinaria e straordinaria dei depuratori di due cittadine del tirreno cosentino. Gli interventi, programmati e finanziati con fondi regionali, non furono mai realizzati».
Da qui la contrarietà di Legambiente a commissariamenti e deroghe: «Vogliamo che la responsabilità sia di chi ha il dovere istituzionale e la legittimazione politica di governare i processi.
Non possiamo più permettere che le acque e il servizio idrico, a partire dalla depurazione, in Calabria siano gestite con procedure e modalità di emergenza». Un concetto ribadito anche da Giorgio Zampetti, responsabile dell’Ufficio scientifico nazionale di Legambiente: «Purtroppo tutte le storie di commissariamenti sul territorio regionale si sono tradotte in fallimenti, rifiuti, bonifiche, acque, per questo chiediamo – afferma Zampetti – un mandato chiaro e limitato nel tempo che porti quanto prima ad attivare una gestione ordinaria delle risorse idriche che risponda a criteri di efficacia, efficienza e garantisca trasparenza nelle procedure di affidamento degli interventi e nell’utilizzo dei fondi a disposizione. Solo con obiettivi chiari e il loro rispetto sarà possibile uscire da questo stato di perenne emergenza». I fiumi, i laghi e il mare calabrese, secondo Legambiente, non possono più sopportare ulteriori ritardi e inefficienze: «Il settore deve essere ricondotto nell’alveo della legalità e della trasparenza. Fa rabbia apprendere che siano attenzionati i bandi di gara del Dipartimento Ambiente dell’ultimo semestre per il ricorrere delle stesse imprese e delle stesse cordate. Un cambio di passo ed un inversione di azione politica e gestione della cosa pubblica verso la legalità, è più che mai necessaria ed impellente in una terra libera e bella come la Calabria».

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