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Rifiuti tossici, Comerio depone in commissione

ROMA Per anni i magistrati lo hanno cercato perché – da indagato – desse spiegazioni sui diversi fascicoli di indagine riguardanti traffici di rifiuti e scorie che nel tempo lo hanno visto coinvolt…

Pubblicato il: 27/05/2015 – 20:58
Rifiuti tossici, Comerio depone in commissione

ROMA Per anni i magistrati lo hanno cercato perché – da indagato – desse spiegazioni sui diversi fascicoli di indagine riguardanti traffici di rifiuti e scorie che nel tempo lo hanno visto coinvolto, ma lui si è ben guardato dal lasciare la Tunisia, dove per oltre dieci anni – dice – ha messo radici. Adesso che quei faldoni sono archiviati e l’unica condanna rimediata è stata ridotta a un anno per l’indulto, Giorgio Comerio è tornato in Italia. Sta a Mazara del Vallo, ma ha risposto alla convocazione della commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti, presieduta dall’onorevole Alessandro Bratti, e si è presentato a Roma. Per negare tutto. Ingegnere originario di Busto Arsizio e direttore tecnico della Odm, società che negli anni 90 si proponeva per lo smaltimento in mare dei rifiuti radioattivi, Comerio è finito al centro delle principali inchieste sulle navi dei veleni, inclusa la Jolly Rosso, spiaggiata sulle coste di Amantea.
«Attività su cui per anni sono state fatte indagini senza trovare alcunché di rilevante» sostiene, per poi sottolineare «sono tutte illazioni che avete potuto leggere sulla stampa e sui libri e che non hanno avuto nessun esito». Di fronte alla commissione, il faccendiere a addirittura afferma di avere un passato da militante ecologista nei Verdi e in Legambiente. Quanto meno difficile a credersi, come improbabile sembra la versione da lui fornita sul ritrovamento in casa sua del certificato di morte della giornalista Ilaria Alpi, poi sparito dal plico in cui era custodito. Per Comerio, «il dottor Neri – all’epoca titolare dell’inchiesta , come del fascicolo che ha visto per anni Comerio indagato per un traffico di rifiuti radioattivi- non è stato condannato perché è un giudice, ma ha dichiarato il falso». In realtà, nel verbale di apertura dei sigilli del plico di Natale De Grazia in cu quel documento doveva essere contenuto si evidenzia che il faldone era stato forzato e risultava aperto da un lato. Incongruità su cui Comerio non si sofferma preferendo informare la commissione di circostanze cui i parlamentari stentano a credere – «Ho partecipato come consulente tecnico per la localizzazione dei rifiuti per Di Pietro, quando era sostituto procuratore a Milano» – e attaccare magistrati e giornalisti che di lui si sono occupati. O meglio – sostiene – che contro di lui hanno azionato «la macchina del fango». Eppure le carte dei servizi recentemente desecretate sembrerebbero smentire la sua versione.

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