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Ospedali non assicurati, la Regione rischia il crac

CATANZARO Sta per scadere il termine di 180 giorni entro i quali l’unica compagnia assicurativa ad aver risposto al bando di gara della Regione Calabria volto all’affidamento del servizio di copert…

Pubblicato il: 28/05/2015 – 6:01
Ospedali non assicurati, la Regione rischia il crac

CATANZARO Sta per scadere il termine di 180 giorni entro i quali l’unica compagnia assicurativa ad aver risposto al bando di gara della Regione Calabria volto all’affidamento del servizio di copertura Rct/o delle aziende sanitarie ed ospedaliere, potrà ritirare la propria partecipazione. In sostanza il bando in questione prevedeva una gara a procedura aperta per la copertura assicurativa Rct/o delle aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria, di durata di anni tre più tre, per un importo complessivo a base di gara pari a 179.731.232,00 euro. E la data di scadenza per presentare le offerte era stata fissata per il 21 gennaio 2015. L’unica compagnia ad aver risposto al bando è stata la multinazionale AmTrust.
Ma la gara non è stata ancora affidata e adesso il rischio – che in termini erariali costerebbe carissimo alla Regione – è che a fine giugno l’unica società che si è fatta avanti per coprire i danni che insorgono nelle strutture sanitarie calabresi ritiri la propria offerta. Anche perché, con il tempo che passa, aggiudicarsi tale gara per una compagnia assicurativa diventa sempre meno conveniente. Le ragioni sono molteplici. In primo luogo – come già segnalato dal Corriere della Calabria – c’è la questione della retroattività poiché «la durata dell’appalto è di anni tre a far data 31/12/2014», ossia, come meglio specifica il bando stesso: «Resta inteso che la Società, indipendentemente dal termine fissato per la presentazione delle offerte e dai tempi necessari per l’espletamento della gara e la sua aggiudicazione, sarà comunque obbligata a ricomprendere in garanzia tutti i sinistri conseguenti ad eventi successivi alle ore 24.00 del 31/12/2014 […]». Ora, dal primo gennaio 2015 a oggi i sinistri avvenuti negli ospedali calabresi sono stati numerosissimi. I bene informati, mani ai capelli, sentenziano: «Una strage». Perché non si parla solo dei casi di morte sospetta, denunciati dai parenti dei defunti, ma anche di casi di danni permanenti, lesioni personali, incidenti sul lavoro e quant’altro. Tutti sinistri che si traducono in cause in tribunale che al momento le strutture sanitarie hanno affidato agli avvocati e sulle quali la compagnia assicurativa che si aggiudicherà la gara dovrà intervenire senza averle potute gestire dall’inizio. Generalmente, infatti, le assicurazioni tendono a chiudere al più presto un contenzioso, cercano di evitare che resti aperto troppo a lungo anche perché questo costerebbe loro moltissimo in termini fiscali. I contenziosi già passati sui quali la compagnia assicurativa dovrà intervenire – magari “facendo a botte” con le decisioni prese dagli avvocati nominati dalle aziende sanitarie – col passare del tempo diventano inevitabilmente più numerosi, trasformandosi in un problema fin troppo impegnativo. Senza contare che sulla testa della sanità calabrese pende anche il caso Crotone.

IL CASO CROTONE
L’Asp di Crotone manca di copertura assicurativa da dieci anni. Questo problema, due anni fa, spinse i medici dell’azienda sanitaria a intentare una causa poiché senza un’assicurazione che coprisse almeno i casi di colpa lieve non si veniva a creare un ambiente idoneo per lavorare in tranquillità. Il tribunale diede ragione ai medici. La sentenza, però, non produsse nessun esito e i medici si videro costretti a rivolgersi al Tar che, a novembre 2014, intimò all’azienda sanitaria crotonese di dotarsi di copertura assicurativa entro 160 giorni, termine scaduto il quale la decisione sarebbe stata presa da un commissario prefettizio. La decisione venne, però, bloccata poiché in quel periodo la Regione si stava preparando alla polizza regionale unica. Il decreto che indice il bando di gara risale, infatti, al 27 novembre 2014, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 2 dicembre e sul Burc Calabria il 2 gennaio 2015. Dunque a Crotone si ferma tutto anche perché il bando, per andare incontro ai problemi dell’azienda sanitaria, prevedeva l’assegnazione di «quattro punti per ogni anno (retroattivo) di assicurazione offerto in favore dell’Asp di Crotone per il periodo 2010-2014». L’offerta dell’Am Trust è stata di un anno di retroattività (il 2014). Ma con il tempo che passa aggiudicarsi questa gara diventa sempre meno conveniente.

IL NODO DEI BROKER
Le ragioni per cui il Dipartimento Sanità della Regione non assegna tale gara pare risieda nel fatto che alla Regione manchi il broker assicurativo ossia quella figura che ha il compito di mediare tra la compagnia assicurativa e i propri clienti (in questo caso la Regione Calabria con le sue strutture sanitarie). Una figura, a quanto pare, non necessaria al momento dell’assegnazione della gara. Il problema al quale di avvinghia il procrastinarsi delle decisioni nasce da un contenzioso tra due broker, la Aon spa e la Gbs spa. Il contratto del broker in carica (la Aon spa) è scaduto a febbraio – come abbiamo già scritto – ed è stato prorogato in maniera informale, ossia attraverso uno scambio di lettere. A questo stato di cose si è opposto un altro broker, la Gbs (già broker per l’Asp di Cosenza e per il Mater Domini di Catanzaro) che ha fatto ricorso al Tar. La Gbs impugna il bando predisposto dalla stazione unica appaltante (Sua) della regione Calabria, volto all’affidamento, per anni tre rinnovabili, del servizio di copertura Rct/o delle aziende sanitarie ed ospedaliere, «nella parte e nella misura in cui individua il broker assicurativo nella Aon s.p.a.», lamentando, in sostanza, che il detto bando avrebbe di fatto determinato l’affidamento del servizio di broker alla predetta Aon per tutta la durata del contratto assicurativo in appalto, e ciò in assenza di qualunque procedura selettiva. La sentenza del Tar dello scorso 8 maggio ha rigettato il ricorso della Gbs. Il contenzioso tra i due broker resta aperto fino alla prossima pronuncia del Consiglio di Stato. Altro tempo al quale aggrapparsi per rinviare ulteriormente l’assegnazione della gara? Quindi, una procedura assicurativa centralizzata, volta al fine di razionalizzare e contenere la spesa pubblica (il risparmio calcolato è di circa 5 milioni di euro) si sta trasformando in un danno erariale che rischia di pesare sulle spalle dei contribuenti e sulla qualità dei servizi sanitari già scarsi e gravati dal Piano di rientro.

 

Alessia Truzzolillo
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