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A3 chiusa, l'allarme dei gestori delle aree di servizio

COSENZA Le sigle Faib (Confesercenti), Fegica (Cisl) e Anisa (Confcommercio), hanno inviato una lettera all’Anas sulla situazione dell’A3 e sulle ricadute economiche negative che stanno gravando, a…

Pubblicato il: 29/05/2015 – 16:04
A3 chiusa, l'allarme dei gestori delle aree di servizio

COSENZA Le sigle Faib (Confesercenti), Fegica (Cisl) e Anisa (Confcommercio), hanno inviato una lettera all’Anas sulla situazione dell’A3 e sulle ricadute economiche negative che stanno gravando, anche a causa della chiusura del viadotto Italia, sui gestori delle aree di servizio che operano sull’arteria. «Le scriventi federazioni – affermano gli interessati – intendono porre alla loro attenzione, per l’ennesima volta la situazione di grande disagio e difficoltà economica nella quale versano le gestioni delle aree di servizio operanti sull’autostrada A3. Tale situazione è il risultato di circa 20 anni di lavori, dei quali non si intravede la fine, di ripetute interruzioni a causa di eventi atmosferici ai quali, da ultimo, si è aggiunta anche il crollo del viadotto in corso di demolizione con conseguente chiusura dell’autostrada per un periodo di tempo non ancora quantificabile, ma che si prolungherà almeno fino a dopo il periodo estivo, cioè di massimo utilizzo della struttura viaria. Durante questo periodo – proseguono – è stato richiesto agli operatori di “portare pazienza” e sopportare le avverse condizioni di esercizio della loro attività. In attesa di tempi migliori. E così i gestori hanno fatto ristrutturando le loro microimprese e riducendo, al massimo, l’apporto di personale dipendente, con conseguente diminuzione delle unità impiegate, senza incidere, se non marginalmente, sul servizio reso all’utenza».
«E, mentre questo veniva chiesto ai gestori – proseguono le sigle  – le aree di servizio, senza alcun investimento, si sono degradate ed i volumi di erogato volatilizzati, oltre il 60%, alcuni affidatari del “pubblico servizio” come le compagnie petrolifere, hanno lasciato anzitempo la conduzione delle Ads che sono passate, senza alcuna gara, ad altri operatori, disposti ad attendere la fine della situazione di emergenza. Vale la pena di ricordare che tale autostrada – sottolineano – svolge un ruolo di forte integrazione con la viabilità ordinaria, garantendo la mobilità dei cittadini».
«Ma, mentre per operatori integrati nella filiera la perdita di volumi sulla tratta può essere assorbita e diluita all’interno della più ampia rete di distribuzione, tale situazione rischia di diventare “tombale” per i gestori che non hanno alcuna possibilità di integrare le loro attività e che continuano ad essere in balìa, di politiche commerciali (e di pricing) assurde, messe in atto dalle compagnie petrolifere. Infatti gli stessi gestori, che devono sopportare condizioni di prezzo al pubblico, loro raccomandate dagli affidatari, assolutamente non competitive e fra le più alte d’Italia e, spesso, più alte di circa 20 centesimi al litro rispetto al prezzo raccomandato sulla viabilità ordinaria, sono in attesa, da anni, che le compagnie petrolifere responsabili del servizio, intervengano per rinnovare “contratti” economici scaduti da tempo inenarrabile».
«Da ultimo – sottolineano i presidenti Lucchesi, Di Vincenzo e Cantarellu – le scriventi federazioni, così come hanno ripetutamente segnalato nel corso di questi anni, rappresentano che i contratti di affidamento in uso gratuito che, ex-lege, regolano i rapporti fra società affidatarie del servizio e gestori, non sono stati fruiti appieno se si considera la situazione appena enunciata: per questi motivi, al momento della scadenza novennale (senza pieno godimento del bene “promesso”) dei medesimi affidamenti tanto le singole gestioni quanto, collettivamente, le organizzazioni di categoria, intenderanno far valere questa peculiarità che non può essere liquidata come condizione di normalità. Per questi motivi le scriventi dederazioni, in rappresentanza dei gestori delle AdS operanti sulla Sa-Rc, nell’estremo tentativo di avviare un ragionamento costruttivo, prima di ogni sospensione dell’attività da attuarsi anche durante il periodo di massimo utilizzo, invitano tutti gli interlocutori meglio evidenziati in indirizzo, di aprire, in tempi rapidissimi, un confronto con l’obiettivo di trovare gli indispensabili correttivi ad una situazione che, allo stato attuale, non è più sostenibile e che rischia di avviare al fallimento, per fatti e colpe ben individuati, le microimprese operanti su tale tratta autostradale che, peraltro, vede Anas nella duplice veste di concedente e concessionaria e, quindi, con una doppia responsabilità».
«Ove ciò non dovesse realizzarsi – chiudono – le scriventi intendono far valere questa comunicazione come formale diffida e rivolgersi, nelle sedi giurisdizionalmente competenti, per vedere accolte le loro considerazioni e richiamare l’attenzione sullo svolgimento del pubblico servizio che deve essere garantito, ex Lege, con continuità e regolarità. Contemporaneamente le scriventi sollecitano i presidenti della Regione Campania, Basilicata e Calabria, secondo le rispettive competenze e nella loro qualità di enti che emettono e rilasciano le relative concessioni pubbliche, amministrative e petrolifere, di esigere dalle aziende petrolifere l’immediata definizione di una politica di pricing che non penalizzi i cittadini e i consumatori che giornalmente percorrono la Sa-Rc che rimane un’arteria dedicata, spesso, anche a surrogare la mobilità della viabilità ordinaria». 

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