VIBO VALENTIA La Corte d’Appello di Catanzaro ha revocato il provvedimento di confisca dei beni per circa due milioni e mezzo di euro applicato nell’aprile del 2012 al boss di Limbadi Antonio Mancuso, 77 anni, ed alla moglie Maria Cicerone. La seconda sezione penale della Corte d’appello si è pronunciata sulla confisca dopo un annullamento con rinvio operato dalla Cassazione il 19 settembre 2013 in accoglimento di un’opposizione alla confisca presentata dagli avvocati Alfredo Gaito, Sergio Rotundo e Giuseppe Di Renzo nell’interesse di Antonio Mancuso, già definitivamente condannato nel processo “Dinasty” a 11 anni di reclusione quale capo indiscusso dell’omonimo clan della ‘ndrangheta ed attualmente in carcere in quanto arrestato nuovamente nel marzo 2013 nell’ambito dell’operazione antimafia “Black money”. La revoca della confisca dei beni e la restituzione ai coniugi Mancuso-Cicerone è motivata dalla Corte d’Appello sulla scorta di una perizia che dimostrerebbe l’esiguità della sperequazione rispetto ai redditi dichiarati e derivanti dalla conduzione di un’impresa agricola e dai contributi comunitari dalla stessa ricevuti nel corso degli anni.
x
x