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ELEZIONI | Costa ha addomesticato gli sponsor ingombranti

VIBO VALENTIA Dopo la nottataccia dello spoglio, in pochi si aspettavano che anche la mattinata potesse essere così lunga. A testimoniarlo i visi stanchi ma tirati degli attivisti che hanno affolla…

Pubblicato il: 01/06/2015 – 15:29
ELEZIONI | Costa ha addomesticato gli sponsor ingombranti

VIBO VALENTIA Dopo la nottataccia dello spoglio, in pochi si aspettavano che anche la mattinata potesse essere così lunga. A testimoniarlo i visi stanchi ma tirati degli attivisti che hanno affollato la segreteria politica di Elio Costa fin dalle prime ore del mattino. L’attesa, per i supporters del nuovo sindaco di Vibo, è stata lunga e snervante, scandita da ogni singolo voto che dai seggi veniva comunicato telefonicamente al quartier generale. L’ex magistrato non si è concesso neanche un sorriso fino a quando, pochi minuti dopo le 11, non è arrivata la certezza matematica della vittoria, ma anche dopo gli auguri e lo spumante Costa non ha perso il suo proverbiale aplomb. Già dalle prime dichiarazioni ufficiali il nuovo primo cittadino ha ribadito di rifiutare per sé l’etichetta di sindaco di centrodestra, e sarebbe ingeneroso negare che la sua ostinazione nel dare una connotazione civica alle sette liste a suo supporto, alla fine, ha pagato eccome. Ha pagato, innanzitutto, perché Costa ha saputo cogliere (e in qualche modo sfruttare a suo favore) l’insofferenza diffusa verso i partiti tradizionali, ostentando anche una certa determinazione nel rifiutare qualsiasi legame con l’esperienza dell’amministrazione uscente. E ha pagato anche perché l’ex magistrato è stato bravo, anche a livello comunicativo, ad attirare su di sé (e solo su di sé) critiche e veleni di cui, inevitabilmente, ogni campagna elettorale è feconda. Il candidato vincente è così riuscito nel doppio obiettivo di addomesticare e ridimensionare la visibilità di alcuni sponsor politici ingombranti, da Forza Italia a Ncd, fino all’Udc di Gaetano Bruni – anche se la sfida di “tenerli a bada” per Costa comincia adesso –, e di proteggere la freschezza dei candidati che, invece, non portavano addosso un’etichetta partitica ben definita. Oltre a tutto ciò, poi, a favore del vincitore è arrivato anche un contributo da parte di alcuni settori del centrosinistra che, vista l’inaspettata vittoria già al primo turno, potrebbero anche essere letti come determinanti per il risultato finale.
Ciò rende ancor più cocente la sconfitta del candidato di Pd e Sel e, per averne conferma, basta leggere le prime dichiarazioni del giovane notaio Antonio Lo Schiavo. I veleni delle primarie hanno sì avuto un certo peso sul risultato, ma altrettanto evidente è stato il rifiuto di una grossa fetta di elettorato (non di destra) di affidarsi a un candidato che, seppur “fresco” e molto stimato in città, ha sofferto come un limite gravoso il sostegno diretto del parlamentare Bruno Censore. È certamente lui – al pari del consigliere regionale Michele Mirabello e del segretario del circolo cittadino Stefano Soriano – il grande sconfitto di questa tornata: dopo anni di lotte intestine ed esasperati tatticismi, il deputato era riuscito a diventare l’indiscusso azionista di maggioranza all’interno del Pd provinciale, ma la sua voglia di imporsi in città ha evidentemente trovato un ostacolo invalicabile nei vibonesi che, ancora una volta, hanno ribadito la loro insofferenza nei confronti del politico serrese. Tutto ciò, se ne può star certi, aprirà di nuovo le faide solo momentaneamente sopite nel centrosinistra vibonese, a cominciare dai rapporti con potenziali alleati come Cesare e Vincenzo Pasqua, che a Palazzo Campanella stanno dalla stessa parte del Pd e di Mirabello ma che a Vibo hanno scelto la strada ostinata dell’autonomia. E qui entra (o sarebbe dovuto entrare) in campo il fattore Oliverio: il governatore si è speso pubblicamente mettendo la faccia a favore di Lo Schiavo – analogamente a quanto, con risultati opposti, fece Scopelliti con D’Agostino – ma al di là delle manifestazioni ufficiali sono stati in molti, nel centrosinistra, a scorgere una sorta di ambiguità nei movimenti di Oliverio. E, a ben guardare, dei segnali in questo senso erano arrivati in campagna elettorale anche direttamente da Lo Schiavo, che più di una volta ha chiesto che l’appoggio del suo partito (ad ogni livello) fosse leale e non altalenante.
Degli altri risultati, sorprende (ma solo fino a un certo punto) la totale debacle dell’ex senatore Franco Bevilacqua (FdI) che, non a caso, era l’unico tra gli aspiranti sindaci a rivendicare la bontà dell’esperienza dell’amministrazione uscente. Risultato di tutto rispetto, invece, per la lista frutto dell’alleanza tra il Prc e il Forum delle associazioni vibonesi.

 

s. pel.

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