È stato un grande successo per il Pd, Ernesto Magorno può rientrare con fierezza a Roma e portare gli omaggi del governatore Mario Oliverio la cui cura al vertice della Regione Calabria comincia a produrre effetti. I disfattisti diranno che si è perso malamente a Vibo Valentia dove il tanto decantato candidato del Pd non andrà neanche al ballottaggio. Non è così: il Pd ha vinto anche a Vibo, Elio Costa è una persona che sta a cuore a molti supporter di Magorno e Oliverio e quindi dove sta il problema?
Allora proprio a Magorno, flessibile segretario regionale del Pd, abbiamo chiesto di farci da guida e spiegarci come sono andate le cose. Ne viene fuori una intervista assolutamente non autorizzata ma non per questo inverosimile.
Onorevole Magorno, insisteranno i disfattisti, quelli che non danno tempo al povero Mario di organizzarsi, nel dire che il Pd si avvia a straperdere anche a Lamezia Terme, dove di fatto è già crollato nella distribuzione dei seggi e se arriva al ballottaggio è solo perché il centrodestra era diviso su tre diversi fronti.
«Nulla di più falso, vedrete che adesso unendo le forze sane e facendo l’occhiolino a Ruberto, al ballottaggio ce la giochiamo alla grande. E quindi dove sta il problema».
Il problema sta nel fatto che chiedere i voti a Ruberto, quello delle assunzioni a gogò di Calabria etica…
«Ma quando mai, è tutto un equivoco, non ha visto che a momenti Ruberto prendeva più voti del Pd? E’ stato un maledetto fraintendimento… ».
Ci aiuti a capire, onorevole Magorno…
«Strano che proprio lei che viene dalla giudiziaria non lo abbia capito. Nelle scorse settimane ci sono state a Lamezia due grosse operazioni della polizia che hanno ripulito ben bene la città e la gente andando a votare ha testimoniato la sua gioia per questa azione di repulisti…».
Continuo a non capire…
«Chi ha coordinato le due indagini? Il bravo capo della squadra mobile di Catanzaro? E come si chiama? Si chiama Ruperti. Tanti lametini votando hanno pensato che il candidato a sindaco era proprio il capo della squadra mobile e lo hanno votato. Ora capito l’equivoco al ballottaggio voteranno per noi. Ha capito testone…».
Mi pare una cavolata, comunque, razza dura i disfattisti, come li chiama lei, non mollano la presa: e a Cetraro? Come la mettiamo a Cetraro?, il sindaco uscente, Giuseppe Aieta, è consigliere regionale del Pd ma il Pd quelle comunali le ha perse rovinosamente. E siamo ad un tiro di schioppo da Diamante, la città culla del renzismo in salsa calabro-magorniana, insomma almeno lì vogliamo ammettere la sconfitta?
«E quando mai? Cetraro è un diversivo tattico, voti in libertà che per evitare un cattivo uso a sinistra abbiamo affidato alle cure di amici del centrodestra, li riprendiamo in qualsiasi momento. Eppoi l’amico di centrodestra che ha vinto a Cetraro e sarà il nuovo sindaco si chiama Angelo Aita, e che vogliamo fare tutto sto bordello per una vocale in meno?».
E tuttavia anche a Gioia Tauro… il Pd non ha trovato di meglio che tornare all’antico e candidare Aldo Alessio che in passato era già stato sindaco. Alessio andrà al ballottaggio ma con un ritardo rispetto a Pedà, che ha sfiorato la vittoria al primo turno, da fare paura…
Ci regala un bel sorriso Magorno. Sorridono sempre i vertici del Pd, come si fa quando si incontra dei pivellini della politica capaci di vedere solo fino alla punta del loro naso…
«Che ci interessa del comune di Gioia Tauro? Abbiamo mai detto che era la gestione del comune la cosa prioritaria per il Pd di Ernesto Magorno e per il programma di Mario Oliverio? Abbiamo parlato del porto di Gioia Tauro, giammai del comune. E il porto da previgenti l’abbiamo messo in sicurezza sganciandolo dall’asse Gioia-Lamezia e collocandolo sotto il protettorato di Messina. E così possiamo fare il gesto dell’ombrello ai nuovi sindaci Mascaro e Pedà. Questa è alta politica, non potete capirla voi altri cicisbei. Solo palati fini e firme affermatissime sanno apprezzarne la portata (e le portate…). Basta così?».
Nient’affatto, vil razza dannata, molti intellettualoidi della sinistra si spingono a chiedere conto della sonora sconfitta rimediata a Soverato. Al candidato del Pd, che ha fatto la campagna elettorale con i manifesti aventi la foto ricordo della vigorosa stretta di mano con il governatore Oliverio, l’avversario ha imposto un distacco siderale di oltre mille voti…
«Quisquilie e pinzillacchere, il dato di Soverato è ininfluente, abbiamo preferito concentrarci su altro».
Ok, abbiamo capito, facciamo prima a invertire il ragionamento e le domande. Dica direttamente lei, onorevole Magorno, i risultati di cui andar fieri come Pd calabrese…
«Non saprei proprio scegliere ma certamente non faccio torto a nessuno evidenziando il rotondo 90% di consensi presi a San Giovanni in Fiore. Obietterete che è il paese del governatore ma posso assicurare che non c’è stato alcun intervento di Mario sul quel risultato. È frutto del libero convincimento dei cittadini ai quali è stato minacciato, pardon, promesso un ritorno di Mario se le cose fossero andate male. Che notte magica quella passata a San Giovanni in Fiore, chiedetelo ai giornalisti seri. Quelli che contano c’erano tutti. Non sono andati a perdere tempo a Vibo o a Gioia Tauro, a Soverato o a Cetraro e neanche a Lamezia Terme. Figuratevi che a seguire l’esito del voto di San Giovanni in Fiore c’era anche l’inviato speciale della C…NN. Questo è il giornalismo che aiuterà la Calabria non certo il vostro, fatto di livore e di ostinato richiamo ai fatti. Quali fatti?».
San Giovanni in Fiore, bene, e poi…?
«E poi Santo Stefano d’Aspromonte, anche lì abbiamo stravinto con Malara…».
Ma come, Malara sapevamo essere amico di Scopelliti era stato imposto dal centrodestra come revisore dei conti del consiglio regionale…
«Ci siete cascati. Quello fu un tentativo del centrodestra di eliminare un pericoloso competitore. Noi, grazie all’intuizione ed alla sagacia politica di Seby Romeo, che per questo continua ad essere capogruppo alla Regione e segretario provinciale del Pd a Reggio, lo abbiamo liberato, modificando la legge che gli impediva di candidarsi. Così Franco Malara si è potuto candidare e stravincere. Non a caso la lista da lui guidata si chiama “Risorsa comune”, voi invece parlate di trasversalismo…».
Quindi Santo Stefano e San Giovanni in Fiore… va bene e poi?
«E poi abbiamo stravinto a Bianco. Gli avversari del compagno Aldo Canturi sono stati sbaragliati e umiliati…».
Un momento, ma se in competizione c’era una sola lista e un solo candidato a sindaco?
«Ecco vi siete traditi. Volevate forse che ci facessimo carico noi anche dell’opposizione? Siete in malafede, siete davvero disfattisti…».
direttore@corrierecal.it
x
x