ELEZIONI | I dubbi del Pd lametino: Ruberto o non Ruberto?

LAMEZIA TERME Che dilemma nel Pd lametino: essere sconfitti oppure ufficializzare il trasversalismo dem (a dire il vero endemico, in Calabria). Il candidato a sindaco Tommaso Sonni e l’intero stato maggiore del Pd regionale avranno di che ragionare in questi giorni che li separano dal ballottaggio del 14 giugno. Perché l'”essere o non essere” di tutta la corsa elettorale potrebbe risolversi in una scelta: scendere a patti e siglare un’alleanza con Pasqualino Ruberto oppure optare per la via solitaria. Non è una decisione da poco: lo stesso ex presidente di Calabria etica, scopellitiano di ferro fino a pochi mesi fa, ha militato per una vita tra le fila del centrodestra (consigliere comunale di Lamezia, consigliere provinciale e candidato alle politiche del 2013 con Grande Sud) e la sua eventuale “adesione” al progetto di Sonni di certo disturberebbe l’ala più intransigente dell’elettorato, ad esempio Sel e gli uomini più vicini all’ex sindaco Giannetto Speranza. L’alternativa è il lancio di una singola fiche nel tappeto verde di una roulette in cui Paolo Mascaro sembra aver prenotato tutti i numeri. Il 41% (16.475 voti) raggiunto dal centrodestra lametino fa paura, soprattutto se confrontato con il poco confortante 25% (10.201) ottenuto da Sonni e dalle altre forze a supporto del Pd.
In questo quadro, i 7mila e passa voti di Ruberto potrebbero rappresentare l’ago della bilancia, in una competizione elettorale che, finora, ha sempre visto il Pd arrancare (vedi il baillame scatenato prima delle primarie). Sconfitta o vittoria, pragmatismo elettorale o purezza autolesionista: Sonni dovrà risolversi.
Ma l’esito della sfida dipenderà anche dalle determinazioni del segretario del Pd regionale, Ernesto Magorno, e del presidente della Regione, Mario Oliverio. Dopo la bruciante sconfitta subita a Vibo al primo turno, il governatore accetterà allegramente di perdere anche la terza città della Calabria, il tutto a soli 5 mesi dalla sua folgorante vittoria alle regionali?
Nei prossimi giorni si capirà qualcosa in più.
Sonni e i suoi, comunque, sanno già che – nel caso si votassero al più classico degli opportunismi politici – potrebbero trovare in Ruberto un interlocutore attento e interessato. La ragione è matematica: in caso di imparzialità e di vittoria di Mascaro, la squadra che fa capo all’ex presidente di Calabria etica porterebbe a casa tre seggi; due nell’eventualità di un successo di Sonni. Con un apparentamento alla coalizione del centrosinistra, altresì, Ruberto otterrebbe gli stessi seggi a fronte di un risultato negativo, ma almeno due in più se Sonni dovesse diventare sindaco. Potrebbe essere proprio questo l’obiettivo dell'(ex?) uomo del centrodestra. Il confronto tra due forze (apparentemente) antitetiche potrebbe dunque risultare conveniente per tutti (tranne Mascaro).
È ancora prematuro avanzare ipotesi di sorta. Certo è che Ruberto non sembra avere alcuna intenzione di nascondersi o di fare accordi sottobanco. «Pasqualino è disposto a sedersi a un tavolo per discutere direttamente con i vertici del Pd», confermano i suoi più stretti collaboratori, pronti a scommettere sul fatto che Ruberto voglia «prendere una posizione ufficiale e orientare il suo elettorato alla luce del sole».
È una prima mossa. Ora spetta a Sonni, Oliverio e Magorno sciogliere un dubbio amletico. L’una o l’altra via diranno qualcosa in più su ciò che oggi è il Pd calabrese.

Pietro Bellantoni

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