CATANZARO Si è svolta negli scorsi giorni a Santa Caterina allo Jonio, la festa di fine anno dell’orto scolastico, organizzata dalla condotta di “Slow food” di Soverato. Protagonisti dell’iniziativa“Orto in condotta”, gli alunni della seconda, terza e quarta elementare dell’Istituto comprensivo di Santa Caterina allo Jonio, che hanno partecipato a una serie di attività come la raccolta di fiori e frutti, assistito alla preparazione di numerosi prodotti e presentato il loro giornalino. «Siamo soddisfatti – ha detto la referente del progetto Marisa Gigliotti – di avere condiviso la giornata di festa di fine anno con tutti i protagonisti del progetto : gli alunni, le maestre e la dirigente, i “nonni ortolani” e i parenti degli alunni. Abbiamo condiviso visioni di sostenibilità da insegnare ai bambini anche con molte associazioni del settore. Sono stati i dirigenti Coldiretti Sandra Pascali e Pietro Sirianni ad aver conferito, a conclusione della giornata ricreativa e di apprendimento, gli attestati di “campagna amica” ai giovani piccoli agricoltori della scuola, «il cui orto sarà annoverato – ha spiegato ancora Gigliotti – tra quelli presenti a Expo».
Gli attestati sono stati consegnati da Giuseppe Carfa che ha portato la sua esperienza di giovane imprenditore agricolo. Lezioni tematiche sono state poi tenute dalle alunne, che hanno raccontato con semplicità ma con termini scientifici appropriati il lavoro di un anno, traendo spunto dalle lezioni teoriche in aula tenute da Franco Santopolo. È arrivata poi la volta della consegna del “Giornalino dell’orto”, che gli alunni hanno iniziato a curare dallo scorso novembre. Gli studenti hanno parlato di funzione clorofilliana, di concimazione con il letame, di afidi e di parassitoidi e parlando di cicale hanno anche riportato la leggenda della cicala diventata simbolo dell‟antica Locri Epizefiri. «L’esperienza positiva – ha detto ancora Gigliotti – ci consente di programmare per il prossimo anno altre esperienze progettuali, che oltre all’orto mirino alla salvaguardia ambientale e paesaggistica di aree degradate da recuperare con la bellezza degli ortaggi e dei fiori. Un progetto – ha concluso referente Slow food – ambizioso ma possibile, visti i rapporti consolidati nel tempo e la disponibilità della scuola e delle associazioni».
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