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Il Pd apre una sede a Platì

PLATÌ È a Platì, nel paese aspromontano dove la democrazia è sospesa da oltre un decennio, che il Pd calabrese ha scelto di celebrare la festa della Repubblica. «Lo abbiamo fatto – spiega il segret…

Pubblicato il: 02/06/2015 – 13:27
Il Pd apre una sede a Platì

PLATÌ È a Platì, nel paese aspromontano dove la democrazia è sospesa da oltre un decennio, che il Pd calabrese ha scelto di celebrare la festa della Repubblica. «Lo abbiamo fatto – spiega il segretario Ernesto Magorno – per ridare speranza ai platiesi». Ufficialmente doveva essere una riunione della direzione regionale del partito, si è invece trasformata in una giornata di riflessione collettiva. Non solo l’inaugurazione di una sede del Pd (con pantheon bipartisan, considerate le foto di Moro, Berlinguer e Pertini che campeggiano sulle pareti), ma un momento di confronto allargato alle testimonianze di chi a Platì (dove domenica scorsa non si è potuto votare per le amministrative a causa della mancata presentazione delle liste) ci è nato e ha scelto di restarci.

 

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Non è un caso, infatti, che ad aprire i lavori dem sia Giuseppe Cusetta, studente 19enne che non ha ancora smesso di immaginare un futuro diverso per la sua terra d’origine. Il giovane e il meno giovane, generazioni che si mescolano con un unico obiettivo: provare a dimostrare che a queste latitudini non è tutto ‘ndrangheta. Lo dice a chiare lettere Francesco Catanzariti, sindaco di Platì negli anni sessanta e settanta, con un passato da parlamentare del Pci e da segretario della Cgil calabrese. E lo ripete anche don Masino, il parroco di questo agglomerato ancora troppo distante dal resto della Calabria. «Platì – scandisce il governatore Mario Oliverio – è parte di un problema ancora più generale. Noi abbiamo il dovere di parlare con il governo a Roma e chiedere pari opportunità rispetto alle altre regioni. Quella di oggi è un’occasione importante, che non va dispersa». 

Nell’attesa qualcosa inizia a muoversi. Oliverio, ma anche il capogruppo del Pd in consiglio regionale Sebi Romeo, parlano di un’attenzione costante nei confronti di Platì e di una serie di impegni a cui la giunta regionale non verrà meno. Questo centro ha bisogno di prospettive concrete tanto per iniziare, si potrebbe portare l’acqua nelle contrade periferiche e investire finalmente una quota dei fondi riservati agli interventi sul dissesto idrogeologico per risolvere il problema di una frana – quella che costringe a una lunga circumnavigazione per raggiungere Bagnara – che si trascina da una quarantina d’anni. Tutto a Platì è interrotto.

Magorno, comunque, non ci sta: «È un grande successo quello di aver riportato il Pd tra la gente. La mia candidatura? È stata soltanto una provocazione per accendere i riflettori sull’emergenza Platì. Piuttosto mi preme sottolineare che oggi abbiamo inaugurato un luogo in cui tutti si possono ritrovare». Già, ora che la sede c’è, bisogna pure riempirla di donne, uomini e contenuti. Maria Grazia Messineo, giovane rappresentante del parlamentino calabrese dem, more solito, non le manda a dire. È un avviso ai naviganti abbastanza chiaro: facciamo sì che dopo il clamore mediatico di queste settimane qualcosa possa cambiare realmente.

A metà tra il tavolo della presidenza e la platea che occupa la sala parrocchiale ci sono diversi big: Battaglia, Bruno Bossio, Stumpo, Irto, De Gaetano. Assieme a loro ci sono anche il sindaco “dimissionato” di Rosarno Elisabetta Tripodi e l’ex deputata (fresca di riabilitazione giudiziaria) Maria Grazia Laganà.

E tuttavia il difficile viene proprio adesso. Perché è vero che il Pd a Platì ha aperto una sezione nuova di zecca, ma è altrettanto vero che bisognerà procedere speditamente alla costituzione del circolo e all’elezione degli organi riconosciuti dallo statuto del partito. Archiviata la ricorrenza del 2 giugno, è proprio questa la prima vera sfida per Magorno e soci.

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