Trentaquattro anni senza Rino Gaetano

CROTONE Rino Gaetano oggi sarebbe forse un compassato signore di 75 anni, forse ancora sulla cresta dell’onda, forse più occupato a ricordarsi i vecchi successi di cui, comunque, non sembrava gliene importasse più di tanto. Il suo era un piglio fresco e critico allo stesso tempo, più vicino al proposito di veicolare messaggi precisi con i testi delle sue canzoni, piuttosto che a quello di sfornare una hit dietro l’altra. Anche quelle, certo, c’erano: sei Lp per 60 canzoni, che hanno contenuto alcuni tra i suoi maggiori successi: da “Ma il cielo è sempre più blu” a “Berta filava”, da “Gianna Gianna” a “Nuntereggae più”.
Una vita artisticamente piena, scandita da un forte impegno sociale e politico, che si contrapponeva a quella personale oggi tuttora da delineare, le une e le altre stroncate il 2 giugno del 1981 da quello che fu considerato un tragico incidente stradale. Già l’8 gennaio un fuoristrada aveva spinto la Volvo di Gaetano contro un guard rail: a distanza di qualche mese, fatale era invece stato il misterioso incidente con un camion, che gli aveva procurato una frattura cranica che nessuno dei sette ospedali che si erano mobilitati era riusciti a gestire.
Tutte cose che spinsero verso l’apertura di un inchiesta, per indagare a fondo sulla tragica morte del crotonese allora appena 31enne. Alla sua fine non si è arreso il legale ed ex sindaco di Agropoli Bruno Mautone, convinto (come affermato in un’intervista al quotidiano online “Lettera 43”) che nella morte del cantautore si possa rintracciare l’ombra della massoneria, come confermerebbero numerosi testi delle sue canzoni. Quesiti che, a oggi, non trovano risposta, e che magari poco interessano a chi ricorderà sempre Rino, più che per le presunte vicinanze a determinati contesti, per la sua musica e per il suo impegno politico e sociale.