LAMEZIA TERME «È nemica della pace qualsiasi azione tramata di nascosto. È nemica della pace la ‘ndrangheta. È nemica della pace la corruzione. È nemica della pace la ricerca del potere per se stesso, o per soverchiare gli altri. È nemica della pace la schiavitù e lo sfruttamento del prossimo, in tutte le sue forme». È l’appello del vescovo di Lamezia Terme, mons. Luigi Cantafora, nel messaggio alla città a conclusione della processione di San Francesco di Paola. «Non avremo la pace in questa città – ha aggiunto – se ancora regnerà indifferenza verso i poveri, il disprezzo per la verità e la disistima tra noi. Non avremo la pace se il proprio tornaconto avanzerà a discapito del bene comune e del bene degli ultimi. Chi desidera la pace per la Chiesa e la società, per questa Chiesa di Lamezia e per questa città di Lamezia Terme, non può starsene a braccia conserte o, peggio, ritirarsi indietro. La pace non si accontenta dei buoni propositi, degli slogan e delle bandiere, la pace, ci insegna San Francesco, si ottiene frenando, sacrificando il nostro egoismo. E sacrificare se stessi, gli interessi della propria parte per il bene collettivo, è un duro prezzo per chi è abituato a non vedere le reali necessità del prossimo. Siamo una città bella, ricca di risorse umane e spirituali – ha concluso mons. Cantafora – ma troppo spesso sterilmente e dannosamente litigiosa. Tra cristiani persistono le liti, le inimicizie, gli odi fratricidi e le contese! Questo tipo di comportamento non è forse la prima semina della guerra? Non siamo forse noi cristiani, con la nostra mancata testimonianza, i primi a contrastare la pace vera?».
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