LAMEZIA TERME Forse non sarà una rottura vera e propria, ma si può senz’altro dire che la luna di miele tra Pino Galati e Raffaele Fitto sia finita. Il deputato lametino, ormai sembra certo, non aderirà al nuovo soggetto politico creato dall’eurodeputato pugliese come alternativa a Forza Italia. Il parlamentare calabrese – assicurano i suoi collaboratori più stretti – avrebbe sciolto il nodo: rimarrà alla corte di Silvio Berlusconi. Per adesso, però, non ci sarà nessuna presa di posizione ufficiale. Galati in questo momento sta dedicando tutte le sua attenzioni al ballottaggio di Lamezia, che il 14 vedrà lo scontro tra il centrodestra di Paolo Mascaro e il centrosinistra di Tommaso Sonni. Solo successivamente il vicecoordinatore regionale forzista deciderà comunicherà le sue intenzioni. Anche se proprio il risultato di Lamezia – dove Fi è risultato il primo partito a scapito del Pd – avrebbe convinto Galati a rimanere nella dimensionata ma sempre accogliente casa azzurra e di tagliare i ponti con il “rottamatore” di Maglie.
Una scelta sicuramente in controtendenza, se si considera il can can politico degli ultimi tempi.
Dopo la nascita del nuovo gruppo al Senato – i Conservatori e riformisti di Fitto, appunto – Berlusconi e lo stesso eurodeputato devono ora fare i conti con i dissidenti dell’ex ministro Saverio Romano che, insieme ai suoi pretoriani, avrebbe deciso di prendere una strada diversa dai “Conservatori”. L’attuale deputato di Fi vorrebbe infatti avviare un «nuovo cantiere per le riforme», con l’obiettivo di creare una nuova entità politica per un «centrodestra propositivo» alternativo a Matteo Salvini. Ovvero a quella destra “antisistema” proposta dalla Lega Nord.
Ma Romano ha le idee chiare e non escluderebbe nemmeno un’eventuale “interlocuzione” con la maggioranza di governo, cioè Pd e Ncd.
Proprio oggi Romano (che già non aveva partecipato alle prime uscite pubbliche dei “Conservatori”) avrebbe avuto un colloquio con Fitto a Montecitorio, sui divanetti della “Galleria dei presidenti”. Un confronto che non avrebbe ricucito lo strappo ma anzi avrebbe confermato la distanza tra i due ex azzurri.
E i primi rumors segnalano lo stesso Galati tra i “collaboratori” di Romano, che potrebbe contare anche su Antonio Scavone, Giuseppe Compagnone e Giuseppe Ruvolo. Sarebbero stati coinvolti anche il senatore Giovanni Mauro – i cui Popolari per l’Italia ieri hanno lasciato la maggioranza – e altri deputati che per ora resterebbero alla finestra. Galati, dal canto suo, osserva i nuovi scenari a distanza, dalla sua città. Che il 31 maggio lo avrebbe convinto a rimanere in Fi e a non seguire le sirene di vecchi e nuovi dissidenti.
p. bel.
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