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MAFIA CAPITALE 2 | Le mire della "cricca" sui centri d'accoglienza calabresi

ROMA Nuova ondata di arresti nell’ambito dell’inchiesta Mondo di mezzo, che nel dicembre scorso ha svelato il volto di Mafia Capitale, l’organizzazione mafiosa cresciuta attorno all’ex Nar Mas…

Pubblicato il: 04/06/2015 – 7:58
MAFIA CAPITALE 2 | Le mire della "cricca" sui centri d'accoglienza calabresi

ROMA Nuova ondata di arresti nell’ambito dell’inchiesta Mondo di mezzo, che nel dicembre scorso ha svelato il volto di Mafia Capitale, l’organizzazione mafiosa cresciuta attorno all’ex Nar Massimo Carminati, in grado di farsi strada nella pubblica amministrazione. A due giorni dalla decisione del gip di mandare a processo i 34 indagati coinvolti nella prima tranche dell’indagine – inclusi i calabresi Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, accusati di gestire e curare i collegamenti e i rapporti con il clan Mancuso di Limbadi – una nuova ordinanza di custodia cautelare scuote la capitale. Nel mirino del procuratore aggiunto Michele Prestipino e dei pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli c’è il business della gestione dei migranti e dei centri accoglienza, un filone investigativo emerso già in precedenza proprio in relazione alla Calabria. A spiegarlo era stato proprio Prestipino, ascoltato qualche mese fa in commissione parlamentare antimafia. «Nel 2008 – ha detto Prestipino – Carminati fa accreditare due suoi uomini, che formalmente sono dipendenti della cooperativa 29 giugno di Buzzi, presso i Mancuso. La finalità è il centro Cara che è ubicato nel villaggio turistico Alenia, di Cropani Marina, una struttura alberghiera dove vengono spostati degli immigrati, in provincia di Catanzaro. Il “favore” viene restituito 5 anni dopo, nel 2013 perché sono i Mancuso a mandare un uomo legato alla cosca Mancuso a Roma, sotto l’ombrello protettivo di Carminati e Buzzi, e cedono a questo soggetto, che è un imprenditore, una parte dei lavori del mercato Esquilino, lavori di pulizia, manutenzione. Noi cogliamo in diretta la questione del 2013, loro raccontano anche il pregresso, la reciprocità», aveva sottolineato qualche mese fa il procuratore.

 

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Stando a quanto emerso dalle indagini, la cooperativa “29 giugno” di Salvatore Buzzi, considerato l’uomo di Mafia capitale nella Pubblica amministrazione, ha gestito il Cara di Cropani Marina, istituito dal Viminale in un villaggio turistico per sopperire al sovraffollamento del C.p.t. di Crotone. Un appalto da 1,3 milioni di euro, che Buzzi ha potuto portare a casa in tutta tranquillità. È lui stesso intercettato ad ammettere che «quando io stavo a Cropani io… (inc).. poteva venì giù tutti giorni un bambino… scendevo er pomeriggio, salivo su la mattina e ripartivo er pomeriggio.. parlavo con il Prefetto, parlavo con tutti, parlavo con la ‘ndrangheta.. parlavo con tutti. E poi risalivo su».
Una serenità “comprata” dalla cosca Mancuso di Limbadi che nel giro di poco avrebbe presentato il conto, pretendendo che al “loro” imprenditore Giovanni Campennì venga affidato l’appalto per le pulizie al Mercato Esquilino. A vigilare sui rapporti fra le ‘ndrine e Mafia capitale erano invece i calabresi Rotolo e Ruggiero, «referenti della cosca Piromalli – si leggeva nelle carte – risultano essere stati accreditati, su richiesta di Buzzi, presso la famiglia Mancuso la quale, appunto, indica, come proprio referente per le attività in Roma, il Campennì». Per far entrare l’imprenditore nel mondo degli affari romano, verrà costituita addirittura una cooperativa ad hoc, la “Santo Stefano-onlus” destinata a gestire l’appalto per la pulizia del mercato Esquilino, che per i magistrati costituisce «la conferma del rapporto tra l’associazione mafiosa romana ed il clan Mancuso che già aveva portato a proficui affari in Calabria». Un accordo di cooperazione «esplicitamente approvato da Carminati e che nel giro di pochi mesi avrebbe avuto riscontro concreto. Ma Cropani – stando a quanto già emerso dalle conversazioni intercettate – non era l’unica struttura calabrese destinata all’accoglienza dei migranti finita nel mirino di Buzzi. Il ras delle cooperative puntava anche a quella di Falerna. È lui stesso a parlarne nel corso di una serie di conversazioni con Luca Odevaine, ex vice capo di Gabinetto di Walter Veltroni al comune di Roma, che in qualità di rappresentante dell’Upi, l’unione delle province italiane, siede al “Tavolo di coordinamento nazionale sull’accoglienza”. Da lì spiega in diversi incontri con Buzzi e i suoi colleghi, può «orientare i flussi che arrivano», favorendo le cooperative amiche. E nell’orbita delle cooperative di Buzzi c’era anche una struttura di Falerna per la quale Odevaine assicura di aver «già informato il prefetto Lavinia Scotto». Alla fine l’affare salterà perché il proprietario pretende una garanzia di utilizzo pluriennale, ma Odevaine continuerà a spendersi per Buzzi, cui procurerà anche un incontro con Gianni Letta. «A Letta – dice Odevaine – io gli direi di sbloccarci Roma perché per loro non è un cazzo, deve fa una telefonata al Prefetto e al Prefetto la telefonata non ha problemi a fargliela», ma l’interesse di Buzzi è un altro «ma di tutti, tutti … inc .. .forse anche la Calabria ci potrebbe».

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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