CATANZARO Nuovo, presunto, caso di malasanità in Calabria. La vittima è un uomo di 61 anni, Giuseppe Delfino, morto ieri al Sant’Anna hospital di Catanzaro dopo un intervento chirurgico al cuore che, inizialmente, sembrava perfettamente riuscito. Ma ora i familiari vogliono vederci chiaro. Per questo – tramite gli avvocati Aurelio Chizzoniti e Francesco La Salvia – hanno presentato un esposto alla Procura di Catanzaro, al governatore Mario Oliverio e al commissario alla Sanità Massimo Scura. I familiari hanno chiesto il sequestro della cartella clinica e l’autopsia sul cadavere dell’uomo.
Nella denuncia sono ricostruite le ultime ore di vita di Delfino a cui, il 27 maggio scorso, dopo essere stato sottoposto a esame coronografico al Sant’Anna, viene consigliato un intervento urgente a causa di un’occlusione cardiocircolatoria. L’operazione avviene due giorni dopo ed è, apparentemente, portata a termine con successo. «Il decorso operatorio – è scritto nell’esposto – era scandito dall’assoluta normalità dei valori di riferimento, al punto che il paziente, collocato in terapia intensiva, riusciva addirittura ad alimentarsi».
Domenica scorsa, però, la moglie di Delfino nota un «mostruoso» gonfiore lungo tutto il corpo del marito. Il medico, subito contattato, dice che la situazione è sotto controllo. Ma la notte successiva qualcosa va male: i familiari vengono a sapere dalla clinica che il paziente deve essere sottoposto al più presto a un nuovo intervento, «sulla cui ratio venivano fornite notizie vaghe e ambigue». Dopo l’operazione, Delfino «in buona sostanza era mantenuto in vita meccanicamente».
L’avvocato Chizzoniti chiede allora copia della cartella clinica, ma il medico «insisteva furbescamente perché il paziente, oramai in procinto di essere sottratto al meccanismo cuore-polmone, quindi praticamente deceduto, venisse sottoposto a esame autoptico presso la stessa clinica Sant’Anna, che però “concedeva” ai familiari la possibilità di farsi assistere da un medico di fiducia».
Oltre alle richieste alla Procura, i familiari esortano Oliverio e Scura ad avviare un’inchiesta interna «per acclarare e perseguire tutte le negligenze» e ad assumere i necessari provvedimenti.
p. bel.
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