CATANZARO Rimesso in totale libertà dal Tribunale del riesame di Catanzaro Pantaleone Mancuso, 54 anni, alias “l’Ingegnere”, di Limbadi, estradato in Italia nel febbraio scorso dopo essere stato catturato dalla gendarmeria argentina nell’agosto 2014 mentre tentava di attraversare il confine con il Brasile con un documento falso e 100mila euro in contanti. Il Tribunale ha scarcerato Mancuso in accoglimento di un’istanza di riesame avanzata dall’avvocato Francesco Sabatino e basata sulla carenza di gravità indiziaria nel confronti del presunto esponente di primo piano del clan, accusato dalla testimone di giustizia polacca Ewelina Pytlarz, ex moglie di Domenico Mancuso (cugino di Pantaleone Mancuso), del tentato omicidio a colpi di armi da fuoco (pistola e mitraglietta) della zia Romana Mancuso e del cugino (figlio di Romana) Giovanni Rizzo, fatto di sangue avvenuto il 26 maggio 2008 a Nicotera.
Per tale tentato omicidio, il gip distrettuale di Catanzaro, Assunta Maiore, aveva emesso il 2 aprile 2014 per Pantaleone Mancuso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ora annullata dal Riesame che si è pronunciato dopo un annullamento con rinvio della Cassazione.
Il 25 maggio scorso, il pm della Dda di Catanzaro, Camillio Falvo, per il duplice tentato omicidio ha chiesto 16 anni di carcere per Pantaleone Mancuso e 14 anni di reclusione per il figlio Giuseppe. La sentenza è prevista per il mese di settembre.
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