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"Telesis", la discoteca e il clan Bruni

COSENZA Il processo “Telesis”, nell’udienza di oggi, ha cercato di ricostruire i rapporti tra Michele Bruni, figlio del presunto boss del Cosentino, e la gestione della discoteca “Sin club”. P…

Pubblicato il: 04/06/2015 – 17:03
"Telesis", la discoteca e il clan Bruni

COSENZA Il processo “Telesis”, nell’udienza di oggi, ha cercato di ricostruire i rapporti tra Michele Bruni, figlio del presunto boss del Cosentino, e la gestione della discoteca “Sin club”. Per farlo, i magistrati hanno sentito l’ex proprietaria del locale Erica Grillo, testimone nel procedimento scaturito dal blitz della Dda di Catanzaro, che nel 2010 smantellò un’organizzazione mafiosa che faceva capo al clan Bruni, della quale avrebbero fatto parte anche autentici insospettabili. Finirono in manette pure i due ex carabinieri Francesco Romano e Massimiliano Ercole, l’ex parlamentare e presidente del Cosenza Calcio, Bonaventura Lamacchia, assieme al fratello Ernesto. Questi quattro hanno scelto il rito ordinario e per loro il processo si sta svolgendo a Cosenza.

Il pm della Dda, Pierpaolo Bruni, oggi ha sentito Erika Grillo che all’epoca dei fatti era la proprietaria della discoteca “Sin club” di Rende gestita dai due ex carabinieri ritenuti dall’accusa di fatto gestori per conto del clan Bruni. E ha ricostruito che cosa succedeva in quel locale, confermando quando sostenuto in fase di indagine. Anche se, oggi, i ricordi sono stati più sbiaditi. “Convivevo con Massimiliano Ercole dal 2004 al 2009 – ha detto -. Nel 2009 mi sentivo perseguitata: mi hanno pedinato ma non so attribuirli a nessuno. Ho subìto minacce telefoniche. Ercole mi dava una mano e mi dava sicurezza averlo nel locale. Al momento della composizione della società l’assetto era diverso”. Rispondendo alle domande del pm ha spiegato come poi sarebbe entrato in società Mario Malizia e lo stesso Ercole, la cui presenza – ha detto in aula – era scontata essendo il suo compagno. “C’era – ha risposto – una presenza costante di Andrea Bruni (fratello di Michele Bruni e figlio del boss “Bella bella”, ndr) nella discoteca. Poi a un certo punto non so che cosa sia successo. Ero presa da altri problemi con i fornitori che mi rincorrevano. Ho conosciuto anche Michele Bruni, a Cosenza, in piazza Valdesi in cui mi venne presentato il cugino di Mario Malizia, Maurizio Perna per gestire il guardaroba. Ercole me lo presentò dicendo che avevano fatto le scuole insieme. Bruni mi disse che era contrario su questo Perna. Quando Malizia uscì dalla società mi minacciò per avere indietro i soldi della sua quota”. Ercole le avrebbe poi consigliato di fare entrare in società Pietro Graziano, proprietario del capannone sede della discoteca, perché – ha raccontato Grillo – lui e il fratello avevano conoscenze rilevanti e questo sarebbe stato utile per non avere problemi. “Michele Bruni – ha aggiunto l’ex proprietaria – mi diceva che mi avrebbe fatto venire nel locale alcuni artisti. Ho chiamato anche un imprenditore, indicatomi da Michele Bruni. Uno di questi mi chiese un sacco di soldi: si chiamava Beniamino Chiappetta. Delegai la gestione dei parcheggi a Massimiliano Ercole per i parcheggi. Alla fine se ne occuparono amici di Andrea e Michele Bruni. Dentro di me capivo che c’era qualcosa che non andava, ma dei parcheggi non ne volevo sapere. Michele Bruni – ha aggiunto rispondendo a una domanda del pm – si occupava anche delle bottiglie di spumante perché una volta ne fece arrivare una partita al locale. Il supporto di Michele Bruni lo vedevo come un guadagno sottobanco, che a me faceva comodo. Cioè fingevo di pensare che lo facesse per amicizia ma non era così. La compagna di Michele Bruni, Edyta Aleksandra Kopaczynska, veniva nel locale: gridava con tutti, beveva e sembrava facesse uso di sostanze stupefacenti. Consumava e non pagava. Se faceva questo – ha spiegato sollecitata dal pubblico ministero Pierpaolo Bruni – lo acconsentivamo tutti. In teoria si occupavano di sicurezza Ercole e  Francesco Romano. Ma poi a volte lo facevo io”. In fase di indagini, Grillo disse ai carabinieri che Andrea Bruni riferì che il calo di incassi era dovuto alla mancata vendita nel locale di stupefacenti. Ma la teste, oggi, non lo ha ricordato: “Se lo dissi all’epoca non lo ho inventato. Ma ora non lo ricordo. Venni a sapere su internet che Ercole era coinvolto in un giro prostituzione ma ceravamo lasciati”. Dopo il pm, è toccato alle difese sentire l’ex proprietaria. Rispondendo a una domanda dell’avvocato Roberto Loscerbo, Erika Grillo ha detto di aver rilasciato quelle dichiarazioni quando nutriva del rancore per Ercole. “C’era – ha aggiunto – una spinta emotiva anche perché dopo aver trovato il vetro rotto della mia macchina, pensavo fosse stato lui ma non potevo esserne certa. Ero molto infastidita dal suo comportamento. Dopo la chiusura della discoteca, nel 2010, non ho pagato tutti i debiti. Oggi ho un immobile all’asta”. 

Il collegio, presieduto dal giudice Enrico Di Dedda, ha rigettato la richiesta del pm Bruni di sentire in dibattimento i pentiti Vincenzo Foggetti, Ernesto Foggetti, Adolfo Foggetti e Edyta Aleksandra Kopaczynska. E ha chiuso l’istruttoria dibattimentale. Il processo è stato aggiornato al prossimo 17 settembre per la requisitoria del pubblico ministero e le arringhe della difesa. 

 

mi. mo. 

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