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È giusto processare cittadini che difendono il territorio?

Cari cittadini rossanesi, la decisione di prendere carta e penna e scrivere pubblicamente a tutti voi, nasce dall’esigenza di raccontarvi degli avvenimenti recenti e ricordarvi, laddove ce ne fosse…

Pubblicato il: 05/06/2015 – 10:52

Cari cittadini rossanesi, la decisione di prendere carta e penna e scrivere pubblicamente a tutti voi, nasce dall’esigenza di raccontarvi degli avvenimenti recenti e ricordarvi, laddove ce ne fosse bisogno, gli avvenimenti passati. Il tutto al solo scopo di condividere con voi quella che è una delle nostre più grandi convinzioni: non bisogna mai smettere di lottare per il proprio territorio, anche se qualcuno cerca di destabilizzarti. L’occasione per scrivervi questa lettera nasce da un evento di qualche giorno fa che ci ha colpiti profondamente, come Partito ma anche come cittadini di questo territorio, e che riteniamo decisamente fuori luogo rispetto alla situazione in cui la nostra città si trova al giorno d’oggi. Ebbene, giorni fa è stata recapitata al nostro attivista e dirigente Giuseppe Campana una notifica di chiusura indagini. Insieme a Flavio Stasi e alla pericolosissima Bebè Cherubini vengono indagati per il presidio organizzato, ultimo dei tanti nel corso degli anni, davanti alla strada che conduce alla famigerata discarica di Bucita. È evidente quindi, e capirete anche voi, quali siano le nostre perplessità.
Bucita è una ferita ancora aperta e che difficilmente questo territorio riuscirà a rimarginare. La sua storia è la storia di un territorio devastato per il profitto di pochi con la scusa di un’emergenza rifiuti creata ad arte allo scopo di lucrarci su. E non lo diciamo solo noi, ma quella stessa magistratura che sta indagando su chi ha messo in atto forme di protesta per difendere il territorio. Ci chiediamo allora come sia possibile processare cittadini che si difendono, paragonandoli di fatto agli autori dello scempio di Bucita. E ricordiamo, a noi stessi prima che a voi, che dal 2010 a Bucita è scattato un sequestro giudiziario per un impianto che, lo ha detto la Procura della Repubblica, sversava illegalmente liquami nei terreni agricoli circostanti e in cui venivano abbancati rifiuti speciali senza alcuna autorizzazione. C’è il dubbio, da poco sollevato a seguito di alcune valutazioni, di altre 60mila tonnellate di rifiuti di natura sconosciuta abbancati a Bucita, e la Procura ha dimostrato che anche dopo il termine qualcuno ha continuato a stoccare rifiuti nell’impianto. I vari commissari hanno autorizzato senza alcuna pietà per cittadini e territori ammassamenti di rifiuti anche oltre la capienza.
Ci hanno reso una pattumiera a cielo aperto, ci hanno costretti ad assumerci la responsabilità della mala gestione della spazzatura, mala gestione per cui molti di loro sono a processo. Hanno violato il Protocollo di Intesa del 2008 che prevedeva una minima ammenda da parte delle amministrazioni (bonifica di Olivellosa, 6 isole ecologiche, la sistemazione dei depuratori nelle contrade) e soprattutto l’esenzione dei cittadini della zona dal pagamento della Tarsu. Non solo la pagano ancora, ma è addirittura aumentata quella tassa. E dopo tutto questo pretendono di punire non chi ha devastato una città ma chi si è opposto a tutto questo. E allora, cari concittadini, noi sappiamo da che parte stare. Esprimiamo la massima solidarietà al nostro attivista e a tutti coloro che sono stati oggetto di questo provvedimento. E crediamo che la cittadinanza possa e debba idealmente fare lo stesso.

 

*segretario Verdi Rossano

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