LAMEZIA TERME Peppe Scopelliti è ormai diventato un punto di riferimento nazionale per quel che riguarda gli effetti (soprattutto politici) della legge Severino. A tenere banco è sempre la vicenda del neo governatore campano Vincenzo De Luca, condannato in primo grado per abuso d’ufficio ma candidato e poi eletto alla guida della Regione. Cosa succederà adesso? Scopelliti, presidente dimissionario e poi sospeso dalla Severino per via di una condanna a sei anni per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico, può solo ricordare il suo, di caso. E non le manda certo a dire, in particolar modo dopo le dichiarazioni del procuratore di Salerno, secondo cui la sospensione dell’ex governatore calabrese è stata accertata in maniera «fulminea».
«Dice bene, il procuratore – concorda Scopelliti in un’intervista al Mattino –. In sole 24 ore, dopo la comunicazione della Prefettura, Maria Carmela Lanzetta, ministro calabrese agli Affari regionali, firmò il provvedimento inviandolo subito al ministro dell’Interno». Quel decreto – continua – «fu firmato il 30 aprile, dalla trasmissione della sentenza passarono solo 25 giorni». Scopelliti parla anche della retroattività della decisione: «Molti miei consulenti e collaboratori mi consigliarono, dopo la sentenza, di evitare di firmare atti regionali», proprio c’era il rischio che venissero «dichiarati nulli».
Insomma, il governatore campano dovrà stare molto accorto: «Se la sospensione si fa ricorrere alla data della sentenza, per ipotesi ogni atto firmato da De Luca alla Regione dovrebbe essere dichiarato nullo», aggiunge l’ex presidente calabrese.
Che insiste nel sottolineare come nel suo caso «fu una scelta politica». Inevitabile il giudizio sulla Severino: «Lo dissi un anno prima della mia sospensione. È una vergogna e andrebbe cambiata. Certo, ora una riforma si attirerebbe tanti sospetti di legge ad personam».
p. bel.
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