CORIGLIANO CALABRO Sono in 475, tra somali ed eritrei, i migranti recuperati in alto mare dalla nave Driade della Marina militare che questa mattina è attraccata al porto di Corigliano. Fra i profughi, in prevalenza uomini, anche 9 donne incinte (una al nono mese di gravidanza, subito trasferita nell’ospedale cittadino) e 94 minori, di cui 22 di età inferiore ai 5 anni in condizioni di salute pressoché buone.
Potrebbero esserci, invece, due casi apiretici (senza febbre) di malaria e un centinaio di casi di scabbia. Intanto il sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci, presente sul posto sin dalle prime ore del mattino, è apparso furibondo: «Ribadisco l’assurdità della politica fallimentare di Renzi e mi sento solidale al governatore della Lombardia Maroni che ha minacciato blocco alle prefetture e taglio ai comuni. La situazione del nostro comune è già di per sé problematica e non si può giocare a scaricabarile su sindaci che realmente non hanno le risorse per gestire queste emergenze. E non solo dal punto di vista finanziario e delle spese. Ogniqualvolta, infatti, ci ritroviamo a dover affrontare uno sbarco, siamo costretti a richiedere la presenza di tutte le forze dell’ordine (polizia, carabinieri, guardia di finanza, Capitaneria di porto, protezione civile) e di personale sanitario che inevitabilmente viene sottratto ai suoi impegni di lavoro in un territorio che vive quotidianamente situazioni di precarietà e di grave disagio in tutti i settori. L’amministrazione, ci teniamo a sottolinearlo, non è chiaramente mossa da motivazioni ideologiche o razziste – ha chiosato il sindaco –, ma evidentemente dall’impossibilità di prestare adeguato soccorso ai migranti che potrebbero ancora riversarsi sulle nostre coste».
m. f.
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