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Migranti, l'isola (felice) del Cara di Isola Capo Rizzuto

ISOLA CAPO RIZZUTO L’estate delle lunghe attese sembra non arrestarsi. I migranti che oramai, quasi ogni settimana, arrivano lungo le nostre coste sembrano aumentare. Una situazione inarrestab…

Pubblicato il: 10/06/2015 – 8:29
Migranti, l'isola (felice) del Cara di Isola Capo Rizzuto

ISOLA CAPO RIZZUTO L’estate delle lunghe attese sembra non arrestarsi. I migranti che oramai, quasi ogni settimana, arrivano lungo le nostre coste sembrano aumentare. Una situazione inarrestabile e faticosa soprattutto per i centri di accoglienza che man mano sembrano essere saturi.

Il Cara di Isola Capo Rizzuto, un centro di accoglienza che occupa gli spazi di un vecchio aeroporto militare, ha attualmente 1435 ospiti di trenta nazionalità diverse. Una realtà ben organizzata e gestita dalla confraternita Misericordia del territorio e che ogni giorno vede a lavoro moltissimi operatori e professionisti del settore, oltre 200 unità.

La capienza totale del centro di accoglienza è di 1600/1700 ospiti, poco più di quelli che ad oggi ci risiedono. Grandi numeri che, in realtà, il Cara di Isola ha già abbondantemente superato negli scorsi anni (2007) raggiungendo anche i 2000 ospiti, tra minori, donne, nuclei familiari e uomini.

La saturazione del centro però pare non impressioni gli operatori che lavorano all’interno e che oramai sembrano essere pronti a qualsiasi situazione di emergenza, per dirla con le stesse parole del governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, Leonardo Sacco. «Oramai pare sia diventata una vera e propria macchina ben oleata e pronta a qualsiasi evenienza – continua Sacco – ed è raro che presenta grandi intoppi, anche quando ci sono i grossi numeri».

Il centro Cara all’interno offre all’interno vari servizi di assistenza psicologica, assistenza giuridica, attività di meditazione, di animazione e corsi di italiano. Inoltre, ci sono anche vari spazi dedicati ai bambini, come ludoteche e quelle dedicate agli adulti.

L’assistenza sanitaria è invece garantita da una equipe costituita da personale Asl che conta quasi 20 medici e altrettanti infermieri, in servizio h 24.

«Le uniche difficoltà che loro hanno – prosegue Sacco – sono dovute in genere ai tempi di permanenza all’interno del centro, perché essendo molti gli ospiti, la commissione per il riconoscimento dello status e di rifugiato politico, riesce a sbrigare tra le quindici e le venti pratiche al giorno quindi ovviamente per farne mille e cinquecento ci vuole un po’ di tempo, quindi più c’è presenza nel centro più i tempi di permanenza si allungano. E fin quando non ottengono il riconoscimento e quindi il responso della commissione, non è possibile impiegare gli ospiti in attività formative professionali, ne tanto meno in attività lavorative».

Una situazione di normalità che però rischia di esplodere quando il centro è sovraccarico, circostanza che si presume avvenga molto presto, vista lo stato di allerta che si attende per l’estate 2015.

«C’è da dire, inoltre, che ovviamente non riusciamo a soddisfare le esigenze di tutti gli ospiti all’interno del centro», conclude Sacco.

Di certo il Cara, negli ultimi anni, è cambiato molto perché si è passati da una “roulottopoli” nel 1999, a dei container (dismessi definitivamente 15 giorni fa) fino ad arrivare ad oggi a dei veri e propri prefabbricati con tutti  i comfort.

La situazione di allerta che pare sia imminente, sembra non preoccupare (almeno per il momento) la Misericordia e tutti i suoi operatori che ogni giorno prestano il loro servizio all’interno del Cara e che ogni giorno vivono accanto a questi migranti, che di sicuro si ritengono già tanto fortunati per essere sopravvissuti al viaggio della speranza.

Maria Dora De Caria

redazione@corrierecal.it

 

 

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