AMANTEA È arrivata la chiusura indagine per la vicenda dell’occupazione arbitraria dell’area demaniale da parte del porto di Amantea. L’indagine avviata nel 2013 dal procuratore capo di Paola, Bruno Giordano, e che ha comportato lo scorso anno anche il sequestro dell’intera portuale (provvedimento poi revocato) si appresta così – tranne clamorosi capovolgimenti di fronte – ad approdare nella aule di giustizia. Cinque le persone che avranno venti giorni di tempo per cercare di chiarire la propria posizione per un caso veramente paradossale.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’intera opera – quattro banchine, strada d’accesso, interporto e infrastrutture di servizio (per un’estensione complessiva di oltre 53mila metri quadrati) – sarebbe stata realizzata dal Comune di Amantea senza avere alcuna autorizzazione dal demanio. Non solo. L’amministrazione comunale non avrebbe pagato neppure regolarmente i canoni concessori per diversi anni. E si tratterebbe di un importo neppure insignificante: l’agenzia del demanio di Catanzaro, che ha ricostruito con esattezza l’ammanco per le casse pubbliche, ha stimato in oltre tre milioni di euro la cifra non pagata dal Comune (3.020.179,63 euro). Nel contempo il Comune avrebbe però riscosso dai proprietari dei natanti la pigione derivante dal contratto di ormeggio per l’utilizzazione del porto “abusivo”.
Per il procuratore capo Giordano – titolare dell’indagine –, i cinque indagati avrebbero per questo consentito di far trarre un ingiusto profitto e vantaggio patrimoniale a danno dell’Erario al Comune di Amantea computata per il periodo dal 2009-2012 pari a 293.558,51 euro.
E a finire sul registro degli indagati il prefetti Giorgio Ciscuolo, il funzionario di prefettura Pietro Tescione e il viceprefetto Francesco Berti – tutti e tre componenti della commissione straordinaria che nel 2008 si erano insediati all’epoca del commissariamento del Comune di Amantea – oltre all’attuale responsabile dell’ufficio Tecnico manutentivo e l’incaricata dalla stessa commissione alla gestione del porto. A tutti la Procura di Paola, contesta, in concorso tra loro, di aver arbitrariamente occupato il suolo demaniale marittimo tramite la realizzazione della struttura portuale sita in località Campora San Giovanni del Comune di Amantea nonché l’omissione di atti d’ufficio.
Quel che emerge dall’inchiesta, portata avanti su specifica delega dal parte del procuratore capo dalla guardia costiera di Vibo, è che a tutt’ora il porto è privo del collaudo finale nonché dell’accatastamento presso il competente Ufficio del territorio ed è sprovvisto anche della valutazione del rischio idrogeologico sollevata dall’Agenzia del demanio. Un aspetto non secondario visto che dopo la realizzazione di quell’opera si è scatenata una poderosa erosione della costa con rischi anche per la viabilità lungo la statale 18.
E, infine, c’è il rischio che sulle casse comunali potrebbe abbattersi la tegola di dover restituire l’intera somma al Demanio nonché le somme illecitamente percepite dai contratti con le imbarcazioni ormeggiate.
Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it
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