LAMEZIA TERME Il tribunale del Riesame ha disposto i domiciliari per Franco Perri, l’imprenditore lametino tratto in arresto lo scorso 14 maggio nel corso dell’operazione Andromeda che ha colpito la cosca Iannazzo di Lamezia Terme. Nei suoi confronti il capo 1, associazione mafiosa, è stato riqualificato in concorso esterno in associazione mafiosa e il capo 6, possesso di arma, è stato annullato. Permane il capo 5 ossia l’accusa nei confronti del proprietario del centro commerciale “I due mari” di avere ordito un attentato ai danni di suo fratello Marcello. Perri avrebbe chiesto al capo clan Vincenzino Iannazzo, detto “U moretto” un favore molto particolare: aiutarlo a gambizzare suo fratello per “punirlo” dei suoi costosi vizi, la cocaina e le donne, che avrebbero sottratto al patrimonio di famiglia cifre fino a 80mila euro all’anno. Iannazo si sarebbe rivolto all’attuale collaboratore di giustizia Angelo Torcasio il quale sottopone la questione a Vincenzo Bonaddio. La gambizzazione doveva essere una lezione, un “invito” alla morigeratezza. E sarebbe stata ben retribuita: 20mila euro a Vincenzo Bonaddio che a sua volta propone l’affare all’attuale collaboratore Battista Cosentino.
Ad accusare l’indagato ci sono tre collaboratori di giustizia: Angelo Torcasio, Battista Cosentino e l’ex “reggente” Giuseppe Giampà. Dice Cosentino in un interrogatorio: «Voleva che sparavamo al fratello dal ginocchio verso sotto, non più sopra, perché dice che il fratello tirava cocaina, ci spende ottantamila euro l’anno tra femmine e cocaina». Alla fine la gambizzazione non avverrà. Secondo i racconti dei pentiti l’operazione venne ritenuta troppo rischiosa: se avessero sbagliato avrebbero potuto danneggiare la vittima.
Subito dopo l’arresto, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Franco Perri, assistito dagli avvocati Francesco Pagliuso e Bernardo Marasco, ha respinto ogni accusa dichiarando che metterà presto a disposizione dell’autorità giudiziaria il materiale necessario a dimostrare la propria innocenza.
ale. tru.
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