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Giunta, il ricorso che fa tremare il Pd

LAMEZIA TERME Settantadue ore di full immersion nei ballottaggi di Lamezia Terme, Gioia Tauro e Castrovillari, poi tutte le attenzioni torneranno a concentrarsi sulla grande questione di quest…

Pubblicato il: 12/06/2015 – 13:59
Giunta, il ricorso che fa tremare il Pd

LAMEZIA TERME Settantadue ore di full immersion nei ballottaggi di Lamezia Terme, Gioia Tauro e Castrovillari, poi tutte le attenzioni torneranno a concentrarsi sulla grande questione di questi mesi: il completamento della giunta regionale. A quasi duecento giorni dalle elezioni il problema ripiomba nella war room di Mario Oliverio. Ed è proprio per questo che il governatore si tiene alla larga da indicazioni precise. Preferisce far esporre gli altri, e si mostra tranquillo davanti all’attivismo dello stato maggiore renziano. Guerini (attraverso Tonino Scalzo) e Lotti hanno pronte da tempo le loro richieste.
La verità è che sulla scrivania del presidente sono squadernati più piani di guerra sul nuovo esecutivo, ma nessuno finora è diventato definitivo. C’è infatti uno spettro che aleggia sulla pratica rimpasto. Ed è legato alla presentazione, da parte del centrodestra, delle firme per chiedere l’indizione del referendum sul nuovo Statuto regionale. C’è tempo fino al 3 luglio per concretizzare il ricorso.
La storia è nota: grazie alle nuove regole approvate in doppia lettura dal consiglio regionale, Oliverio potrebbe nominare nuovi assessori senza avere più il vincolo di assessori “esterni”. Un po’ come succede in tutte le altre Regioni, anche al governatore calabrese verrebbe concessa la possibilità di scegliere tra personalità esterne al consiglio regionale. E tuttavia il referendum, che può essere richiesto entro tre mesi (lo indica espressamente l’articolo 123 della Costituzione) dalla pubblicazione del nuovo Statuto sul Bollettino ufficiale (è avvenuta lo scorso 3 aprile), potrebbe spegnere le ambizioni di molti. Perché se Jole Santelli e gli altri decidessero di andare fino in fondo (o con la raccolta firme di 7 consiglieri o con la sottoscrizione del referendum da parte di quarantamila elettori), Oliverio potrebbe sì allargare la compagine di governo ma soltanto con i dettami del vecchio Statuto ovvero dovendo rispettare il vincolo del 50 per cento di “esterni”.
Ecco perché è maledettamente complicato il risiko del riassetto a Palazzo Alemanni. Oliverio ostenta sicurezza e ai suoi assicura che «non ci sono ostacoli normativi al percorso di cambiamento che abbiamo avviato». Ma non tutti nel Pd, soprattutto nel fronte renziano, sembrano pensarla allo stesso modo.
In ogni caso, per non farsi trovare impreparati, i seguaci del segretario-premier serrano le fila. Il collettore di ambizioni e desideri è Scalzo. Sarà infatti il presidente del consiglio regionale a consegnare al governatore l’elenco con i nomi dei papabili assessori indicati dai renziani. Le ipotesi che si rincorrono sono tante, le più accreditate segnalano in ascesa le quotazioni di Naccari Carlizzi. L’altra casella dovrebbe essere appannaggio di una donna. Ancora indefinito l’identikit della prescelta.
Teoricamente resterebbero altre due postazioni, che dovrebbero andare a esponenti della minoranza dem. Che in Calabria è guidata dal trio Oliverio-Stumpo-Bruno Bossio. Si lavora per dare una rappresentanza alla provincia di Crotone e in questo senso una promozione potrebbe arrivare per Pepè Corigliano, amico di vecchia data del governatore e per una donna, Maria Francesca Corigliano, che con Oliverio ha condiviso l’esperienza amministrativa alla guida Provincia di Cosenza.
Dunque, cosa succederà? Chi conosce bene Oliverio è certo che alla fine il governatore deciderà senza troppi condizionamenti come ha fatto in occasione della designazione dei vari Ciconte, Guccione e De Gaetano. «Vedremo – è il commento di un influente dirigente di Forza Italia – se l’attuale presidente sarà in grado di marcare una discontinuità rispetto al passato. Scopelliti è uscito di scena anche per aver voluto a tutti esportare a livello regionale un “modello” fallimentare». Le fibrillazioni in maggioranza non le vuole nessuno ma intanto nel Pd calabrese si balla.

 

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it

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