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Bankitalia certifica le nostre debolezze

Stagnazione. Il quadro complessivo dell’economia calabrese vive in questa situazione, in attesa che qualcosa muti. Anche a queste latitudini. Stando ai numeri offerti dai tecnici di Bankitalia, nel…

Pubblicato il: 16/06/2015 – 14:37

Stagnazione. Il quadro complessivo dell’economia calabrese vive in questa situazione, in attesa che qualcosa muti. Anche a queste latitudini. Stando ai numeri offerti dai tecnici di Bankitalia, nel 2014 la flessione registrata negli ultimi anni si è attenuata. Non tanto per parlare di ripresa e neppure di “ripresina”. Visto che tutti gli indicatori delle principali variabili economiche restano in terreno negativo. A partire del Pil che ha perso rispetto al 2007, 15,5 punti percentuali. L’ultimo dato disponibile parla nel 2013 di una flessione di 4,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Così come è arretrato il dato – già storicamente debole – dell’export regionale. E anche di molto. Nel 2014 le esportazioni hanno registrato un -8,1 per cento. Dal 2007 questa flessione è ancora più considerevole: circa un quarto del volume di esportazioni è svanito nel nulla. Stando ai dati degli analisti della Banca d’Italia, il calo ha interessato sia le vendite nei Paesi europei (-1%) sia quelli fuori Ue (-12,9).
In discesa anche il valore della produzione di importanti settori nevralgici per il sistema imprenditoriale calabrese come quello delle costruzioni. Spinto soprattutto dalla debolezza del valore delle vendite di immobili.
Secondo i dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) dell’Agenzia delle entrate, le compravendite in Calabria nel corso del 2014 hanno subìto una flessione di 7,8 punti percentuali. Anche se c’è stato una crescita delle transazioni (per la prima volta dal 2009): 1,1 per cento.
Così come il terziario che sconta in maniera consistente il perdurare della crisi della domanda interna legata al quadro non facile dello stato economico delle famiglie calabresi. Stando alle proiezioni di Prometeia, i consumi finali delle famiglie è diminuito dello 0,2 per cento (nel 2013 era -4,5%). In contrazione anche il dato sulle presenze e arrivi dei turisti in regione: tra il 2007 e il 2013 le presenza sono diminuite dell’8,3 per cento.
Diminuisce il valore aggiunto dell’agricoltura. Le stime elaborate de Prometeia e riportate nel rapporto di Bankitalia, parlano di una flessione di 2,7 punti percentuali rispetto al 2013, in linea con il dato del resto del Mezzogiorno. Un comparto che per la Calabria rappresenta ancora il 6 per cento del valore aggiunto complessivo: il dato più alto del Paese.
Non va bene neppure il settore dei trasporti. E il dato più significativo per questo comparto rimane il porto di Gioia Tauro. Secondo i dati dell’Autorità portuale, nel 2014 il traffico di container e’ calato di 3,8 punti percentuali. Un dato negativo dopo la ripresa registrata nei due anni precedenti. Ma in flessione c’è anche il volume di autoveicoli trasportati. Sempre sull’importante infrastruttura portuale nel corso del 2014, gli analisti di Palazzo Koch, non segnalano «significativi progetti che mirano allo sviluppo del porto e dell’area circostante». Bene, invece, il dato sul transito passeggeri negli scali calabresi, tornato a crescere dopo due anni negativi, di 8 punti percentuali.

 

OCCUPAZIONE: TIMIDI SEGNALI
Il leggero miglioramento dei dati sull’occupazione – registrato lo scorso anno (0,9%) – non riesce però a compensare la vera e propria emorragia di posti di lavoro registrata negli ultimi anni: dal 2007 sono diminuiti di circa il 12 per cento (11,8%). Così la disoccupazione si è attestata al 23,4 per cento, decisamente più alto rispetto al dato del resto del Paese (12,7%) e della media del Sud (20,7%). Una sofferenza che rimane ancor più marcata soprattutto per quanto attiene ai giovani: oltre 4 su dieci non lavorano.

 

CREDITO RISTRETTO E RISPARMI VOLATILI
E davanti a una quadro così debole non poteva andare bene neppure il dato sul credito. Le imprese non credono nella ripresa e scelgono la linea difensiva e diminuisce, conseguentemente, la richiesta di finanziamento per investimenti. Stando ai dati di Bankitalia, i prestiti concessi alle aziende medio-grandi sono scesi del 3,6%. Mentre il dato sulle piccole è migliore, ma pur sempre con il segno meno davanti: -1,3 per cento nel primo trimestre del 2015.
In terreno negativo anche i prestiti erogati complessivamente dalle banche alla clientela residente in regione: -3 per cento. Una flessione che, sottolineano da Bankitalia, è ancor «più pronunciata rispetto allo steso periodo dell’anno precedente (-0,7%) e alla media nazionale. Non va meglio neppure il volume di prestiti a favore delle famiglie che registrano una flessione dell’1,8 per cento.
Dall’insieme di questi dati non si può affatto parlare che la Calabria sia uscita ancora dalla crisi: ma piuttosto che navighi a vista. Mentre la rotta da seguire è decisamente molto complessa.
E a segnalare che questa sensazione sia ampiamente condivisa da famiglie e imprese è il dato che arriva dalla continua crescita dei depositi bancari. Nel 2014, registrano gli analisti di Bankitalia, i depositi delle famiglie assieme ai titoli a custodia «costituiscono la principale componente del risparmio finanziario» e sono aumentati di 3 punti percentuali. Un sintomo di incertezza e nello stesso tempo di necessità di avere maggiore liquidità a portata di mano dimostrato dai calabresi piuttosto che di una vera e propria formula di risparmio. La crescita è stata spinta, infatti, dall’incremento dei depositi in conto corrente (8,2% in più rispetto al 2013) delle famiglie e delle imprese (6%).
In altre parole l’economia complessivamente stenta a uscire dalla crisi e i calabresi ne sono consapevoli.

 

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