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Nessuno spartiacque tra vincitori e vinti

Con i ballottaggi di domenica si è conclusa la tornata elettorale. I risultati delle 7 regioni e dei comuni che non erano interessati al secondo turno, sono stati ampiamente commentati. E in queste…

Pubblicato il: 16/06/2015 – 13:41

Con i ballottaggi di domenica si è conclusa la tornata elettorale. I risultati delle 7 regioni e dei comuni che non erano interessati al secondo turno, sono stati ampiamente commentati. E in queste ore si cerca di interpretare e di scandagliare il responso elettorale di ieri. Chi ha vinto? Non lo so. Certo la marcia trionfale del Pd non vi è stata, anzi, i numeri indicano una battuta di arresto rispetto alle aspettative coltivate dopo le europee. E allora ha vinto il centrodestra? A questo punto bisogna fare una riflessione. È corretto parlare di sinistra, centro-sinistra, destra o centro destra cioè di categorie che allo stato non esistono perché la politica è occultata? Il numero dei non votanti è elevatissimo. Nel dibattito elettorale è mancato un confronto sui temi che riguardano le autonomie locali e le regioni. Hanno prevalso le vicende e gli equilibri nazionali. A risultati acquisiti rimangono gli interrogativi sui comuni sempre più limitati nell’agibilità e sull’assetto delle regioni. Quest’ultimo va rivisto con una riforma radicale per eliminare pesantezze economiche, disarmonie amministrativi, squilibri vistosi tra le risorse impiegate e i benefici.
Bisogna avere il coraggio di affermare che con l’attuale impianto regionale c’è un falso federalismo, una scarsa razionalità della spesa e un inedito centralismo. Il tutto privo di quei controlli che sono stati banditi dai comuni e dalle regioni. È ragionevole mantenere la sanità, l’ambiente, la scuola e le grandi reti di comunicazione nella competenza delle regioni? Sono interrogativi che rimangono inesplorati. Ecco perché, allo stato, ha vinto la non politica, perché le forze in campo non si sono confrontati su progetti alternativi ma su egemonie. Hanno prevalso l’astensionismo, le spinte estreme e una deriva populista. L’area di centro soffre ma è l ‘unica risorsa a cui il Paese dovrà, in un futuro non lontano, affidarsi per ripristinare le regole che sono a fondamento di una democrazia vissuta e non variamente raccontata da personaggi destinati a dominare solo il presente.

 

*Segretario nazionale Cdu

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