COSENZA Sarà presentato giovedì, 18 giugno, a Cosenza il libro “Il derby del bambino morto” di Valerio Marchi. A illustrare il suo volume Claudio Dionesalvi, docente cosentino che ha curato un aggiornamento della seconda edizione del libro. L’incontro si terrà al C.P.O.A. Rialzo di Cosenza, tra via Popilia e viale Mancini, nella zona dei capannoni ex Fdc, nell’ambito della rassegna di incontri politici e culturali che vi si è svolta a partire dall’autunno scorso. La rassegna si intitola “I giovedì della Teppa”, è stata curata dai giovani militanti del Rialzo. A presentare il libro, assieme a Dionesalvi, i ricercatori Domenico Bilotti e Oscar Greco, l’avvocato Giovanni Cadavero.
«Tanti anni fa – racconta Dionesalvi in una nota – conobbi Valerio Marchi a Roma. Divenimmo subito amici. Lui seguiva la Roma, io il Cosenza. Entrai nella sua libreria in San Lorenzo, lessi i libri che scriveva, scoprii che raccontava il mio mondo, quello della strada e degli ultrà, come nessuno lo raccontava. Descriveva situazioni difficili in modo semplice. Svelava aspetti complicati di questioni che in apparenza non lo erano. Collegava il fenomeno ultrà con la storia, i movimenti, la società. Valerio venne a trovarmi a Cosenza. Presentò i suoi libri. In un triste giorno, qualche anno fa, ha smesso di vivere, prematuramente. I suoi studi sono conosciuti in tutta Europa. L’ultimo libro che ha scritto, nel 2005, s’intitola “Il derby del bambino morto”. Racconta quel derby Lazio-Roma che fu sospeso quando si sparse la voce che la polizia aveva ammazzato un bambino. In realtà è una metafora di come vanno le cose in Italia, un libro che racconta conflitti e paradossi del nostro tempo. Un anno fa, Emanuela del Frate, WuMing 1 e Giuliano Santoro mi hanno chiesto di scrivere un aggiornamento della seconda edizione del libro, pubblicata dalla casa editrice Alegre nella collana Quinto tipo. In sostanza, ho provato a ricostruire in poche pagine lo scontro tra gli apparati repressivi dello Stato italiano e il mondo degli ultrà negli ultimi dieci anni. È una storia che va ben al di là del calcio e del tifo».
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