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Anticorruzione, fari sempre puntati sul Comune di Catanzaro

CATANZARO Non si ferma l’ondata di interesse attorno alla lettera che l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone, ha inviato al Comune di Catanzaro qualche …

Pubblicato il: 17/06/2015 – 6:32
Anticorruzione, fari sempre puntati sul Comune di Catanzaro

CATANZARO Non si ferma l’ondata di interesse attorno alla lettera che l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone, ha inviato al Comune di Catanzaro qualche mese fa e resa nota da tre consiglieri comunali di minoranza, Vincenzo Capellupo (Pd), Roberto Guerriero e Antonio Giglio (Psi). Lo scorso 25 maggio i tre avevano reso nota la missiva – datata 19 febbraio 2015 e siglata da Cantone – in cui si faceva espresso riferimento al ricorso alla cosiddetta “procedura negoziata” nell’assegnazione di appalti pubblici. Il ricorso a tale procedura, come prescrive l’articolo al comma 40 l’art. 3 del D.lgs 163/2006, ha carattere eccezionale e può avvenire soltanto se sussistono determinati presupposti predeterminati dalla legge (se, alla chiusura di una gara d’appalto, non sia stata presentata alcuna offerta, ad esempio, o sussistano motivazioni di natura tecnico-artistica o in casi di estrema urgenza).
Per l’Anac, il Comune di Catanzaro, dal 2011 ad oggi avrebbe fatto ricorso alla procedura negoziata in media nel 58,48% dei casi. Ben più alti i dati sui singoli comparti: il 78,76% degli appalti per i servizi e il 97% di quelli per le forniture sono stati assegnati con procedura negoziata. Se poi si paragonano questi dati con quelli che la stessa missiva riporta e relativi al quadriennio 2007-11, il quadro è ben più serio: allora solo il 12,10% degli appalti per i lavori e il 15,8% degli appalti per servizi era stato assegnato con procedura negoziata. I dati, resi noti dalla stessa Autorità attraverso il proprio sito internet, riferiscono di un ricorso alla procedura negoziata in 441 occasioni sulle 571 complessive, per un importo totale di 34,5mln di euro assegnati. Il settore maggiormente interessato da questo modus operandi è quello della gestione del territorio, dove nel triennio 2011-14 le pratiche con procedura negoziata sono state 103 (di cui 35 in affidamento diretto) su 161 totali, per un ammontare di 10,1 mln di euro. Il maggior numero di affidamenti diretti, invece, si è registrato nel Comando di Polizia Municipale (68 pratiche, su 80 procedure negoziate totali del valore di 458mila euro) seguito a ruota dal comparto staff del sindaco (50, per 112mila euro). Curioso il caso del settore Cultura e Politiche giovanili dove l’unico progetto conteggiato è stato assegnato con procedura negoziata del valore di ben 12mln di euro.
Nel dettaglio, poi i lavori pubblici assegnati con tale modalità sono stati 100 sui 171 totali (per un complessivo di 16,4mln di euro su 120,5 totali), mentre 204 su 259 i servizi e 137 su 141 le forniture (1,5mln di euro su 2mln totali). Alla questione sollevata dalla minoranza, intanto, il sindaco Sergio Abramo aveva risposto, nei giorni scorsi, con una nota stampa in cui spiegava: «Se c’è un Comune in Italia che ha fatto larghissimo e sproporzionato uso della procedura negoziata è quello di Firenze retto dal sindaco Matteo Renzi che vi ha fatto ricorso per il 50% dell’importo generale, ben 15 punti percentuali sopra la media nazionale . Sempre il Comune di Firenze targato Renzi ha affidato il 94,40 per cento dei lavori pubblici con questa procedura. Ma anche gli altri grandi Comuni amministrati dalla sinistra sono ai primi posti per l’uso esagerato della procedura negoziata, soprattutto per quanto riguarda il dato significativo degli importi: la Torino di Chiamparino e Fassino (38,82%), la Bari di Emiliano (39,26%), l’Ancona di Mancinelli (48,83%), la Trento di Andreatta (48,06%), tutti ben al di sopra la media nazionale. Il Comune di Catanzaro invece, assieme a quello di Milano, ha affidato alla procedura negoziata solo il 14,3% degli importi generali, scendendo di 20,36 punti percentuali sotto la media nazionale. Solo Palermo e Perugia hanno fatto meglio di Catanzaro. A parte il clamoroso autogol politico (è la Firenze di Renzi la città dove la procedura negoziata è in assoluto la più alta), occorre evidenziare che l’azione di terrorismo psicologico” messa in atto dai consiglieri Guerriero, Capellupo e Giglio si poggia su una evidente strumentale interpretazione degli atti, nonché su una forzatura delle intenzioni reali dell’Autorità Anti Corruzione».
Ma al quadro generale fornito dall’Anac, mancano le indicazioni relative alle ditte che negli anni si sono aggiudicate gli appalti ed è proprio su questo aspetto che i tre consiglieri di minoranza, oggi, hanno tenuto una conferenza stampa per riportare all’attenzione dei media la vicenda. Alla richiesta di accesso agli atti inoltrata nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale dovrà rispondere nei prossimi giorni. Intanto il dato politico che si registra è l’assenza alla conferenza stampa del resto della minoranza, Pd in testa. Un elemento su cui sarà necessario un approfondimento per comprenderne le motivazioni. A tale proposito, ecumenica la posizione di Guerriero, Giglio e Capellupo per i quali l’assenza dei colleghi è semplicemente un modo diverso di fare opposizione sebbene «la porta è aperta a chiunque voglia fare opposizione per come la intendiamo noi, cioè con responsabilità, essendo propositivi quando c’è da esserlo ma essendo anche particolarmente attenti e vigili su tutte le questioni che gravitano attorno al Comune».

 

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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