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Colpo alla 'ndrangheta nella Capitale: diciannove in manette

ROMA I finanzieri del Comando provinciale di Roma, nell’ambito di complesse indagini sul traffico internazionale di sostanze stupefacenti partite dal litorale romano, hanno portato a termine una va…

Pubblicato il: 18/06/2015 – 6:13
Colpo alla 'ndrangheta nella Capitale: diciannove in manette

ROMA I finanzieri del Comando provinciale di Roma, nell’ambito di complesse indagini sul traffico internazionale di sostanze stupefacenti partite dal litorale romano, hanno portato a termine una vasta operazione contro una organizzazione criminale attiva nella capitale che, in oltre due anni, ha importato dal Sud America 1.062 chili di cocaina destinata alla piazza romana. Diciannove gli arresti, tra cui alcuni “colletti bianchi”. Trovate armi anche sotto terra. Nell’operazione sono stati impiegati oltre 300 militari del secondo Gruppo Roma, supportati dai “Baschi Verdi” di Ostia e Roma, dalle unità cinofile antidroga e da un elicottero del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia.

 

IL SISTEMA ADOTTATO DALLA “CELLULA”

Trasportavano il denaro a mano da Roma a Lugano dove, tramite “colletti bianchi” compiacenti, veniva ripulito trasformando la valuta in dollaro e poi, attraverso bonifici di piccolo taglio, trasferito in Brasile per il pagamento della droga. Un sistema con cui sarebbe stato inviato oltre 1,4 milioni di euro in pochi mesi per circa mille chili di cocaina destinati alle piazze romane. È quanto emerso dalle indagini della Guardia di finanza che ha smantellato una “cellula” romana della ‘ndrangheta con 19 arresti, tra cui componenti della famiglia calabrese e operatori finanziari. Gli investigatori hanno ricostruito il filone finanziario dell’organizzazione calabrese, da tempo stabile nella capitale. Le somme avrebbero raggiunto la Svizzera anche tramite la complicità di personale diplomatico del Congo. Lì il denaro subiva una prima ripulitura grazie ad una societa’ di intermediazione finanziaria e poi raggiungeva un istituto di credito brasiliano dove, tramite alcuni prestanome, veniva consegnato ai fornitori della droga. A garanzia del corretto svolgimento dell’operazione finanziaria, il figlio di uno dei manager coinvolti nelle fasi di riciclaggio veniva trattenuto in ‘ostaggio’ in un albergo brasiliano fino all’accredito della somma di denaro.

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