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Asp di Reggio, gli allarmi inascoltati dei revisori

REGGIO CALABRIA Il commissario dell’Asp di Reggio non ha agito da solo. Buona parte del merito per il blocco del pagamento di 6 milioni di euro a “Villa Aurora” va data al Collegio dei revisori dei…

Pubblicato il: 20/06/2015 – 9:35
Asp di Reggio, gli allarmi inascoltati dei revisori

REGGIO CALABRIA Il commissario dell’Asp di Reggio non ha agito da solo. Buona parte del merito per il blocco del pagamento di 6 milioni di euro a “Villa Aurora” va data al Collegio dei revisori dei conti dell’Azienda. Gli esperti contabili non ci stanno a fare la figura delle belle statuine di fronte alle presunte “ruberie” ai danni dell’Asp. E, in una nota congiunta, mettono nero su bianco la loro verità.
«Sui “conti in disordine” all’Asp di Reggio – spiegano – si è detto di tutto e di più, ma il commissario straordinario Santo Gioffrè non ha mai detto che al suo insediamento fu proprio il Collegio dei revisori dei conti ad allertarlo sulla situazione d’allarme, invitandolo a documentarsi sui verbali depositati presso tutti gli organi competenti, ministero compreso».

 

IL BILANCIO 2011

L’azione dei revisori parte da lontano. Almeno dal conto consuntivo 2011, «quando il Collegio ha espresso parere negativo in relazione alla predisposizione del bilancio nel suo complesso oltre alla conformità delle norme che disciplinano i criteri di redazione, inoltre ha rilevato l’esistenza della voce contabile “debiti da regolarizzare su pignoramenti assegnati” esposta per circa 400 milioni di euro. Sostanzialmente trattasi di pagamenti effettuati dall’istituto Tesoriere per i quali non vi è stata una regolarizzazione contabile, né per quanto riguarda i destinatari dei pagamenti, né per quanto concerne le voci accessorie ai pagamenti stessi». In gioco ci sono interessi maturati, rivalutazioni, compensi legali e molto altro. E lo scenario è piuttosto preoccupante, dal momento che – ricorda il Collegio – «di fatto, benché l’azienda abbia provveduto al pagamento dei propri debiti in forma esecutiva (pignoramenti) e non avendo proceduto alla regolarizzazione contabile degli stessi, non è nelle condizioni di poter verificare come “avrebbe dovuto” gli effettivi destinatari dei pagamenti, e tale omissione, oltre a determinare un’esposizione della situazione patrimoniale a bilancio, non veritiera, fa sì che attraverso le procedure esecutive potrebbero essere pagati creditori di cui non si ha l’effettiva natura del debito né della sua effettiva dovutezza, con il conseguente rischio di duplicazione di pagamenti». Quindi quello di “Villa Aurora” potrebbe non essere un caso isolato. Anzi, in altre circostanze – fanno intendere i revisori – l’Asp 5 avrebbe pagato (almeno) due volte le stesse fatture. Con buona pace dell’advisor Kpmg. Che, malgrado costi due milioni di euro alle casse della sanità regionale, non avrebbe dunque certificato correttamente il debito dell’Azienda reggina.
I revisori, già dal consuntivo 2011, hanno inoltre invitato gli organi competenti «a provvedere a tale regolarizzazione e nel contempo di dare precise indicazioni al fine di dirimere il perdurare di tali irregolarità contabili, oltre a evidenziare altre problematiche gestionali che di fatto assieme ai precedenti rilievi, rendevano le scritture contabili tali da non consentire l’espressione di un giudizio nel merito, e pertanto procedeva a notificare la propria relazione con parere “non favorevole” al bilancio di esercizio».

 

IL MEF SAPEVA

C’è di più, perché «la richiesta di chiarimenti nei confronti dell’Asp è stata notificata agli organi competenti, tenendo sempre presente che già il verbale redatto a ogni riunione del Collegio, viene compilato telematicamente sul portale Pisa del Mef, di competenza del ministero dell’Economia e delle finanze».
Il perdurare di questa situazione ha portato il Collegio, in fase di redazione della relazione al bilancio 2012, «a emettere ennesimo parere negativo, evidenziando di non essere in grado di esprimere un giudizio di merito alla conformità del bilancio nel suo complesso ed alle norme che disciplinano i criteri di redazione».
Stesso canovaccio per il 2013: «Non avendo avuto i necessari riscontri, più volte richiesti, sia per l’anno in corso che per gli anni precedenti già attenzionati, il Collegio ha dichiarato inattendibile l’impianto contabile, con conseguente parere negativo al bilancio di esercizio».
Rilievi che, lo scorso 7 gennaio, hanno portato all’annullamento della delibera di adozione del bilancio di esercizio 2013, “preso atto dei gravi rilievi mossi dal Collegio nonché del parere negativo alla approvazione del bilancio e dei relativi allegati”.
A tutt’oggi, però, continuano i revisori, «non risulta sia stato preso alcun provvedimento risolutivo e pertanto l’Azienda continua a operare in mancanza di bilancio approvato per l’anno 2013 e conseguentemente del relativo bilancio di previsione 2014. Tale situazione già con riferimento al bilancio 2011, ha prodotto, di fatto, la mancanza di continuità dei dati aziendali, oltre alla esposizione di dati contabili di dubbia corrispondenza».

 

PAGAMENTI DUPLICATI
Un capitolo è dedicato ai debiti pregressi. Il Collegio (con i verbali del 17, 19 e 31 marzo) ha posto l’attenzione sulle delibere relative alle transazioni con alcuni creditori dell’Azienda per prestazioni sanitarie rese, «e ha invitato preliminarmente l’Azienda a non procedere alla liquidazione e pagamento, in quanto ha rilevato criticità sostanziali in ordine alla adozione e al contenuto degli atti deliberativi, (tra cui dichiarazione sostitutiva atto notorietà – scheda riepilogativa redatta dall’advisor Kpmg – mancata riconciliazione contabile del debito) e ha, evidenziato, il rischio che il mancato riscontro di quanto prescritto, con particolare riferimento alle procedure con pignoramento, avrebbe potuto generare, possibili, duplicazione di pagamenti. Pertanto, sono state date precise indicazioni, affinché, prima di procedere al pagamento, fossero effettuati i necessari riscontri, suffragati da necessario parere legale, a garanzia della regolarità delle procedure adottate». Significa che “Villa Aurora” potrebbe essere solo la punta dell’iceberg.

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