RENDE Adesso si può dire che quella di Milano è un Expo da record del mondo: quello della pizza più lunga mai realizzata. L’impresa di sfornare una margherita di un chilometro e mezzo – fissato dagli organizzatori per la Settimana mondiale del Pomodoro -, infatti, è stato raggiunto e superato. Lapizza disposta a ferro di cavallo lungo il Decumano di Expo ha sfiorato i 1600 metri – 1595,45 per l’esattezza – battendo in questo modo sia il precedente guinness della Spagna (1141 metri), sia quello di 1299 metri raggiunto pochi giorni fa in Calabria, a Rende. L’obiettivo di riportare il titolo in Italia è stato possibile grazie all’impegno della Nazionale Italiana Pizzaioli NiipFood insieme all’azienda piacentina “La pizza +1”: uno sforzo che coinvolto circa 200 persone, di cui 60 pizzaioli da tutta Italia, a lavoro sul Decumano (la lunga strada che attraversa Expo) da venerdì notte.
La preparazione ha richiesto l’impiego di cinque speciali forni mobili, una tonnellata di salsa di pomodoro e 1,5 tonnellate di mozzarella, per un peso complessivo di circa 5 tonnellate. La pizza – come decretato dal giudice dei Guinness World Records Lorenzo Veltri – ha soddisfatto tutti i criteri previsti dal regolamento: senza soluzione di continuità dall’inizio alla fine, calda a 80 gradi, condita con gli stessi ingredienti (farina, pomodoro, mozzarella) lungo tutta la sua lunghezza. Al termine della misurazione è stata suddivisa in circa 35mila fette: 300 metri sono andati ai profughi della Stazione Centrale di Milano attraverso il Banco Alimentare, il resto è stato distribuito gratis ai numerosi visitatori presenti all’Esposizione. «La pizza è un simbolo dell’Italia – ha commentato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – dell’agroalimentare italiano e più in generale del made in Italy, è questo un punto di forza straordinario». Martina ha colto l’occasione per ribadire l’impegno del governo nella lotta contro il cosiddetto italian sounding, ossia la vendita all’estero – anche sul web – di cibi che ‘suonano’ italiani ma non lo sono. «Un mercato – ha ricordato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – che vale 60 miliardi e circa 300mila potenziali posti di lavoro». Nella giornata della pizzaa Expo, che ha coinciso con i 126 anni dalla nascita a Napoli della “margherita”, Coldiretti ha anche pubblicizzato la propria raccolta firme, per chiedere l’iscrizione della pizza nella lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
L’IRA DELL’ASSESSORE RENDESE Il record conseguito all’Expo non va proprio giù all’assessore comunale rendese alla Cultura Vittorio Toscano. Che affida il suo sfogo ai social network: «Ancora una volta amici e cittadini della mia bella terra calabra un’evento scintillante e pieno di paillettes, propagandato dai media nazionali e sponsorizzato dai più grandi marchi e poteri mondiali, ha oscurato il nostro cuore detentore della vittoria assoluta dell’unità tra il popolo – scrive Toscano – con il nostro record non solo abbiamo battuto gli spagnoli ma soprattutto abbiamo creato un squarcio tra l’omertà e l’oppressione. La nostra più grande vittoria è avere la consapevolezza che è arrivato il momento di affrontare in modo paritario chi con interessi economici ci impedisce di crescere. Milano in rappresentanza di una classe di potenti ha impedito la propagazione della notizia che la pizza di 1300 metri è il record del cuore del Sud che pulsa in una cittadina di nome Rende. Bravi ragazzi! Bravi tutti quelli che sotto il sole cocente e fino a notte inoltrata hanno “tirato” la pizza, quelli che con maestria impastavano, stendevano e infornavano la pizza in un unico forno».
«La pizza così come vuole la tradizione è stata sudata e con grande orgoglio stesa su quel velo di farina che rappresenta tutta la nostra forza – conclude Toscano nel suo post su Facebook – personalmente ho osservato, incoraggiato i pizzaioli, i cittadini volontari, gli organizzatori, bambini accorsi da lontano per essere presenti ed aiutare. Ecco cosa ho visto: un popolo che si è aggregato per battere un record, quello della giustizia che ancora una volta, dopo che l’evento di Rende è stato trasmesso dai media nazionali, rischia di essere sottomesso ai grandi del business. A Rende ha vinto il cuore».
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