REGGIO CALABRIA «Subito una legge regionale contro le barriere architettoniche». E’ quanto asserisce il capogruppo de La Sinistra in consiglio regionale Giovanni Nucera che oggi, a Villa San Giovanni, ha discusso di questi tempi con Domenico Trombetta, attivista per i diritti dei disabili. “La regione Calabria – aggiunge Nucera – deve assolutamente attrezzarsi per assicurare alle persone con disabilità la piena partecipazione alle attività economiche e sociali grazie all’eliminazione delle barriere architettoniche. Piero Fassino, presidente dell’Anci, meno di un anno fa invitava tutti i comuni ad adottare dei piani per assicurare la piena fruibilità degli spazi pubblici da parte di tutti i cittadini. Ricordo che l’adozione degli stessi P.E.B.A viene già stabilita dalla legge 41 del 1986, ma purtroppo non tutti i comuni si sono adeguati». Ancora Nucera: «Come consigliere regionale ritengo che questo monito sia oggi più attuale che mai, visto il grado di difficoltà per quanto riguarda la mobilità urbana, soprattutto negli spazi ed edifici pubblici, che devono fronteggiare ogni giorno le persone affette da disabilità, ma non solo. Condividendo le istanze di chi si occupa del tema come Domenico Trombetta, ritengo che la regione Calabria debba dotarsi di un provvedimento legislativo che abbia la funzione di stabilire le modalità di progettazione dei P.E.B.A. in spazi ed edifici pubblici: stabilire quindi degli standard che tutti i comuni devono seguire. Presenterò – sottolinea Nucera – a breve una proposta di legge in consiglio regionale, per affermare il riconoscimento della competenza regionale in campo edilizio e favorire lo snellimento delle procedure amministrative necessarie per ottenere le autorizzazioni comunali per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Tutto nel quadro di una maggiore accessibilità dei disabili non solo agli edifici pubblici ma anche ai servizi di trasporto. È una questione di civiltà mettersi al passo degli altri paesi europei – conclude Nucera – perché un cittadino che non può muoversi liberamente è un cittadino discriminato e limitato nelle sue prerogative democratiche».
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