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Antimafia, fari puntati sull'ospedale della Piana

CATANZARO Lotta alla ‘ndrangheta e sanità. Questi i capisaldi dell’audizione del prefetto di Catanzaro Luisa Latella e del governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio, davanti alla Commissio…

Pubblicato il: 22/06/2015 – 17:35
Antimafia, fari puntati sull'ospedale della Piana

CATANZARO Lotta alla ‘ndrangheta e sanità. Questi i capisaldi dell’audizione del prefetto di Catanzaro Luisa Latella e del governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio, davanti alla Commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi.
Tre ore di domande e risposte, soprattutto al governatore, dove però non sono mancati – almeno stando alle dichiarazioni rese dal deputato del M5S Riccardo Nuti a margine della conferenza stampa conclusiva – i “vuoti” nelle dichiarazioni relative all’iter procedurale per la costruzione dell’ospedale della Piana di Gioia Tauro: «Il presidente Oliverio ad alcune domande che gli ho rivolto ha risposto “non lo so” mentre alle altre non ha proprio risposto – ha dichiarato Nuti -. Non ha risposto sull’acquisto di alcuni terreni interessati dalla costruzione dell’ospedale per la cifra irrisoria di 60mila euro da parte di una società in cui ci sono persone in odore di ‘ndrangheta. Non ha risposto sul fatto che proprio nella vendita di quei terreni l’attuale commissario dell’Asp di Reggio Calabria Santo Gioffrè abbia avuto un ruolo attivo nella transazione. Oliverio ha poi dichiarato di non sapere nulla del fatto che la moglie dell’ex direttore generale del Dipartimento Lavori pubblici lavori in una società che si occuperà proprio dell’ospedale della Pianadi Gioia Tauro. Inoltre, sulla nomina di Gioffrè a commissario dell’Asp ho chiesto se a suggerirla fosse stato l’assessore De Gaetano, ma non mi ha risposto. Quanto alla nomina di De Gaetano in giunta, Oliverio non ritiene le informative con richiesta d’arresto elementi validi: per noi non può essere così in una regione come la Calabria dove è necessario, per cambiare, non commettere gli stessi errori di prima».
Su quest’ultima vicenda, Oliverio ha ribadito i concetti già espressi in passato: «Continua ad essere agitata in maniera strumentale, ho avuto modo di dire più volte che se ci sono dei problemi su De Gaetano, si esprimano e non si faccia propaganda e basta. Non ci sono state fino ad oggi riscontri di alcun tipo a riprova del fatto che la campagna su di lui è stata strumentale. Ho sempre dichiarato che qualora ci fossero stati dei riscontri non avrei esitato un attimo a chiedere a De Gaetano un passo indietro. Alzare polveroni di questo tipo rischia di far perdere efficacia anche alla stessa lotta alla criminalità».
Sull’argomento, Rosy Bindi ha invece chiarito che «il presidente Oliverio si è assunto la responsabilità politica della scelta, fermo restando che siamo in assenza di alcun riferimento concreto o documento formale relativo al coinvolgimento dell’assessore De Gaetano. Per noi quindi la vicenda non solo si è chiusa, ma addirittura non doveva neanche aprirsi». Insomma, le carte – almeno quelle – sono a posto. Quanto all’opportunità politica di una nomina che si sapeva sarebbe finita sicuramente sotto la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica, nessuna considerazione. Ma questa ormai è storia vecchia, forse.
Cuore dell’audizione di Oliverio, come detto, è stato il tema della costruzione dell’ospedale della Piana di Gioia Tauro, per il quale Il governatore ha prodotto gli incartamenti relativi alle procedure per l’assegnazione dell’appalto e ha «ribadito la correttezza di tutto il percorso specificando però che la giunta è arrivata solo al termine di un iter iniziato dalla giunta precedente», ha spiegato la Bindi.
Più attuali invece i temi discussi con il prefetto Latella, la quale è stata ascoltata in merito all’ondata di criminalità che ormai da mesi colpisce Catanzaro, tra incendi dolosi, atti intimidatori alle aziende e cruenti omicidi di presunti capiclan della criminalità Rom: «Non c’è dubbio che Catanzaro si trovi al centro di un riassestamento dei poteri criminali che, in seguito ad operazioni di polizia che hanno colpito fortemente i clan che avevano l’egemonia sul territorio, ora si stanno riorganizzando e questi atti – per la verità non tutti quelli avvenuti sono riconducibili a questa lettura – sono il modo per affermare il proprio potere sul territorio. E’ una guerra continua però che si autoalimenta perché trova radici in un clima di illegalità diffusa. Solo un deciso cambio culturale si può sperare che questa battaglia possa essere vinta», ha detto il Prefetto.
Da qui alla discussione sulle difficoltà quotidiane in cui la Procura di Catanzaro si trova ad operare, il passo è stato breve: «Già nella scorsa audizione – ha detto Rosy Bindi – abbiamo affrontato il tema delle difficoltà in cui la Dda di Catanzaro lavora. Lo abbiamo segnalato al ministro della Giustizia (Andrea Orlando, ndr) e al Consiglio Superiore della Magistratura e, dopo oggi, solleciteremo ancora un intervento». In sostanza, aspettiamo e speriamo. Intanto in Procura un assistente deve curare il lavoro di tre sostituti procuratori, i computer non funzionano e a volte anche la carta è un bene prezioso.

 

Alessandro Tarantino

a.tarantino@corrierecal.it

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