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Debiti sanitari, le promesse “rimangiate” di Scura

CATANZARO Il commissario Scura? Un amabile burlone. A finire nella sua “rete”, stavolta, è stato il prefetto di Catanzaro, Luisa Latella. A cui il “capo” della Sanità calabrese ha prima promesso il…

Pubblicato il: 22/06/2015 – 15:53
Debiti sanitari, le promesse “rimangiate” di Scura

CATANZARO Il commissario Scura? Un amabile burlone. A finire nella sua “rete”, stavolta, è stato il prefetto di Catanzaro, Luisa Latella. A cui il “capo” della Sanità calabrese ha prima promesso il pagamento di 30 milioni di euro – relativi a debiti pregressi contratti dalla Regione con le strutture che erogano prestazioni di assistenza extraospedaliera – per poi rimangiarsi la parola. Con motivazioni prevedibili, ma presentate fuori tempo massimo.
Il 4 giugno scorso Scura si mostra possibilista rispetto a un accordo transattivo che avrebbe dovuto comportare un esborso della Regione «pari a 27 o 30 milioni di euro». Sette giorni dopo, il dietrofront: l’11 giugno il commissario spiega al prefetto che «la situazione generale nazionale ci consiglia di non poter più confermare la proposta transattiva presentata e non accolta». La somma richiesta dalle associazioni di categoria – prova a giustificarsi Scura – «non è ricompresa nei costi iscritti nei conti economici consolidati regionali» e ciò «comporta l’insorgenza di un ulteriore costo che costituirebbe per la Regione una sopravvenienza passiva che non trova copertura finanziaria».
Qualcosa, nel periodo intercorso tra la prima proposta di accordo e il niet finale, è cambiato, evidentemente. Scura, cioè, ha scoperto che la sanità calabrese è commissariata. Lo è dal lontano 2009, ben prima che l’ingegnere abruzzese fosse inviato in Calabria per rimettere ordine nel settore. Eppure, a quanto pare, il delegato del governo ne ha preso coscienza solo pochi giorni fa. Ovvero dopo aver promesso il pagamento del debito al prefetto di Catanzaro. A cui, inoltre, ricorda puntualmente: «È notorio, infatti, che la Regione Calabria è regione commissariata e sottoposta a Piano di rientro dai disavanzi sanitari e alla vigilanza dei ministeri della Salute e dell’Economia». Già, notorio a tutti ma non a Scura. Che, dopo aver paventato la possibilità di un’intesa, sostanzialmente la disconosce non senza esprimere «estremo rammarico» per l’impossibilità di «addivenire a qualsiasi formalizzazione di accordo transattivo».
Quello stesso giorno, a Catanzaro, il commissario riceve i rappresentanti delle associazioni di categoria interessate. Ai quali conferma che la proposta iniziale – in base alla quale venivano quantificate in 30 milioni le pendenze pregresse dall’1 gennaio 2010 al 30 giugno 2015 – e la successiva bozza di accordo, «paventato innanzi al prefetto in data 4 giugno 2015», non «potrà avere seguito».
Una «difficile decisione» che, sostiene Scura, ha diverse motivazioni, tra cui la mancanza di un’immediata copertura finanziaria e l’assenza di un «iter procedimentale univoco sulla quantificazione del tariffario». Il commissario non aveva avuto contezza di questi impedimenti prima di assicurare i pagamenti al prefetto?

 

LA VICENDA La controversia risale al 2010. Alcune associazioni di categoria (Anaste, Uneba e Aiop) sottoscrivono un verbale in cui sono inclusi gli schemi di calcolo nonché le rette corrispondenti a ogni tipologia di prestazione extraospedaliera. La Regione, dal canto suo, omette di formalizzarlo, venendo così meno anche al regolamento di settore (il 13 del 2009). Segue la diffida delle associazioni e il successivo ricorso al Tar contro il “silenzio rifiuto” in merito alla fissazione delle tariffe. Il tribunale amministrativo lo accoglie, dichiara l’illegittimità del silenzio della Regione e le ordina di dare seguito alla diffida. Ma l’effetto è sempre lo stesso: nessuna risposta. Le associazioni allora ottengono la nomina di un commissario ad acta con il compito di sostituirsi all’amministrazione nell’esecuzione delle sentenze. Ed è qui che entra in gioco la Prefettura di Catanzaro. Latella, lo scorso 6 febbraio, nomina commissario Laura Rotundo. Si arriva così al 4 giugno. Il giorno della finta promessa di Scura.

Pietro Bellantoni
p.bellatoni@corrierecal.it

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