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In Calabria la politica delega alla magistratura

Abbiamo sospeso ogni riflessione ed ogni valutazione sulla linea che il Pd e il governatore Mario Oliverio intendono portare avanti, sul fronte della trasparenza amministrativa e del recupero di le…

Pubblicato il: 23/06/2015 – 13:37
In Calabria la politica delega alla magistratura

Abbiamo sospeso ogni riflessione ed ogni valutazione sulla linea che il Pd e il governatore Mario Oliverio intendono portare avanti, sul fronte della trasparenza amministrativa e del recupero di legalità rispetto alle passate gestioni. Nonché sulla scelta degli uomini da coinvolgere, ai vari livelli, nella sua azione di governo, muovendo dalla scelta degli assessori e passando poi alle nomine negli enti strumentali e nella burocrazia regionale.

Non aveva nascosto, Oliverio, il suo disappunto per come era stato trattato in precedenza dalla commissione parlamentare Antimafia. In questo poteva contare su autorevoli esponenti del Pd calabrese, a cominciare proprio dal suo segretario regionale Ernesto Magorno che è arrivato fino a polemizzare duramente con la presidente Rosy Bindi. La nuova missione a Catanzaro della commissione, doveva essere l’occasione per il chiarimento: quasi due ore di audizione per consentire al governatore di dire la sua. Le ha impiegate illustrando una serie di cose che intende fare ma evitando qualsiasi precisazione su quelle che ha già fatto. Ha lasciato alla commissione una bozza del piano anticorruzione che intende approvare; ha espresso l’intenzione di intervenire per dare stabilità democratica a quei comuni sempre a rischio di scioglimento per infiltrazioni mafiose; ha indicato interventi nel settore della sanità e dell’ambiente capaci di invertire la rotta in settori dove la spesa è stata improduttiva e fuori controllo.

Sulle cose che ha fatto, però, preferisce non rispondere, almeno questa è l’accusa che gli rivolge il parlamentare del M5S Riccardo Nuti. Non risponde sulle procedure che hanno portato una sola impresa, la siciliana Tecnis, ad aggiudicarsi l’appalto dell’ospedale della Piana; sui terreni comprati a prezzo vile da chi sapeva che poi avrebbero decuplicato il loro valore per via, appunto, della localizzazione di tale ospedale; sui sequestri di alcuni di quei terreni riconducibili a famiglie di ‘ndrangheta. Risponde, invece, sulla nomina di De Gaetano assessore e sulla nomina dell’ex assessore provinciale Santo Gioffrè a commissario dell’Asp di Reggio, quella che ha rischiato di pagare due volte Villa Aurora dopo che questa è passata dai proprietari storici reggini alle più amichevoli mani di due giovani rampanti imprenditori laziali. Risponde per dire che le carte sono a posto e che siamo in assenza di provvedimenti giudiziari, se pur richiesti nel caso dell’assessore De Gaetano.

Tutto lecito. Tutto legittimo.

La scelta politica che Oliverio e Magorno finalmente esplicitano è quella della delega. Viene delegata la magistratura a fare da discrimine. Altri auspicano che, almeno in Calabria, non si sostenga che tutto quello che è penalmente irrilevante sia anche ammissibile politicamente ma anche questa linea è opinabile. L’importante è fare chiarezza e da oggi chiarezza c’è: solo un’indagine giudiziaria può stabilire se un appalto è corretto o viziato e se alcune figure di amministratori sono rassicuranti oppure opache. La politica rinuncia a metterci becco.  Ribadiamo: è una posizione legittima e rispettabile. Va aggiunto però che questa scelta si porta dietro anche delle responsabilità, personali e politiche, perché ove mai poi arrivassero inchieste giudiziarie che travolgono uomini e cose nessuno di quelli che oggi stanno al vertice del governo regionale e del Pd potrà scaricare sugli altri responsabilità che ha liberamente scelto di fare proprie.

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