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Abbandonato dallo Stato dopo aver denunciato la 'ndrangheta

LAMEZIA TERME Un’odissea iniziata il 3 marzo del 2007 quando decise di denunciare il racket gestito dal clan Mancuso che aveva portato al collasso la sua attività imprenditoriale. Da quel mome…

Pubblicato il: 24/06/2015 – 8:11
Abbandonato dallo Stato dopo aver denunciato la 'ndrangheta

LAMEZIA TERME Un’odissea iniziata il 3 marzo del 2007 quando decise di denunciare il racket gestito dal clan Mancuso che aveva portato al collasso la sua attività imprenditoriale. Da quel momento la storia di Salvatore Barbagallo, ripresa oggi dal Corriere della Sera, ha assunto un piega del tutto nuova e, incredibilmente, ancora più sofferta. Persa definitivamente l’azienda, Barbagallo oggi è costretto a vivere come badante e, soprattutto, a lottare ogni giorno per vedersi riconosciuto l’indennizzo che spetta agli imprenditori che denunciano il racket. Dopo otto anni, infatti, l’ex imprenditore non ha ancora ricevuto alcuna risposta in merito. Fra la condizione attuale e la possibilità di riacquisire una vita normale, per quasi dieci anni solo tanta burocrazia legata ai soliti vizi di forma e a continui rinvii. E nel frattempo sullo sfondo aleggia lo spettro della prescrizione.
Barbagallo che oggi vive grazie anche alle donazioni del Banco alimentare e al sostegno della Caritas, ha voluto con un gesto eclatante (è rimasto steso sulla strada bloccando l’auto della presidente dell’Antimafia Rosy Bindi in occasione dell’ultima visita a Catanzaro), riaccendere i riflettori su una vicenda che alimenta il dibattito sulle troppe criticità presenti nel sistema di garanzie a favore degli imprenditori che denunciano. Non è un caso, del resto, se lo scoros anno sugli 81,5 milioni a disposizione del fondo previsto dal ministero dell’Interno per le vittime del racket e dell’usura, siano stati impiegati solo 60,8. A ciò, peraltro, si aggiungono i tempi della giustizia che nel caso di Barbagallo fanno registrare una totale paralisi. Dopo otto anni, infatti, i processi sono ancora fermi e lo stesso reato di estorsione, il cui riconoscimento è fondamentale per l’indennizzo, non è stato ipotizzato.

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