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La Reggina "perde" il Granillo

REGGIO CALABRIA Anche se dovesse trovare i soldi per l’iscrizione al campionato, la Reggina di Lillo Foti dovrà risolvere un altro, enorme, problema: trovare uno stadio dove giocare le partite del …

Pubblicato il: 24/06/2015 – 6:00
La Reggina "perde" il Granillo

REGGIO CALABRIA Anche se dovesse trovare i soldi per l’iscrizione al campionato, la Reggina di Lillo Foti dovrà risolvere un altro, enorme, problema: trovare uno stadio dove giocare le partite del campionato di Lega Pro. La storica “arena” amaranto, l’“Oreste Granillo”, è infatti off limits. Il Comune ha “sfrattato” la Reggina e chiuso le porte in faccia al suo patron. Il motivo? Il club di via delle Industrie è moroso e non ha rispettato le prescrizioni incluse nella convenzione firmata nel 2007.
Come ogni anno, lo scorso 10 giugno Foti ha chiesto a Palazzo San Giorgio il rilascio della licenza d’uso per lo stadio. La risposta del Comune è arrivata 8 giorni dopo, il 18, con una nota a firma della dirigente del settore Macrofunzione sport, Carmela Stracuzza. Che, in due righe, ha dato forma al nuovo incubo di Foti: «Non si può procedere al rilascio della licenza d’uso dello stadio». La causa del rifiuto è semplice: la società «non ha provveduto al pagamento delle competenze dovute» per l’uso e la gestione dell’impianto.

 

FOTI NEI GUAI
È una nuova tegola per Foti, che nei giorni scorsi è stato ricoverato agli ospedali Riuniti in seguito a un’emorragia intestinale. La perdita, temporanea o meno, dello stadio comunale si aggiunge a una lunga lista di problemi che minacciano la società sportiva più importante della città. Entro il 25 giugno la Reggina deve procedere al saldo degli incentivi all’esodo di una trentina di calciatori, mentre il 30 scadono i termini per l’iscrizione al campionato, fortemente a rischio a causa dell’assenza di nuovi investitori (la trattativa con la cordata australiana di Nick Scali è definitivamente tramontata). L’8 luglio è invece prevista l’udienza per il fallimento della società, in seguito a un decreto ingiuntivo di Unicredit.
Sono, insomma, giorni di passione e notti da tregenda per Foti, che deve trovare soluzioni economiche, e ora anche logistiche, per assicurare il futuro della società che guida da un ventennio.

 

LA REGGINA E IL GRANILLO
La decisione del Comune non arriva come un fulmine a ciel sereno: Foti sapeva bene di non essere in regola con i pagamenti. È una storia che si ripete, l’eterno ritorno di quei debiti sui quali più di una volta Palazzo San Giorgio ha chiuso un occhio, garantendo comunque l’uso dello stadio alla Reggina. Sarà il sindaco Falcomatà a prendere la decisione finale e a stabilire se e come gli amaranto potranno ancora giocare al Granillo.
Il punto è che Foti, negli scorsi anni, non è stato un “inquilino” irreprensibile, anzi.

 

LA STORIA
La storia recente inizia il 12 ottobre 2006, quando – in seguito all’approvazione della procedura di gara – la Reggina calcio spa ottiene l’affidamento in concessione dello stadio. La creatura di Foti, però, nonostante diverse stagioni in Serie A, è indebitata e il Comune non può affidare un suo bene a una società con cui ha dei contenziosi in corso.
Il giorno che cambia il destino amaranto è il 16 aprile 2007. Peppe Scopelliti, grande amico di Foti, è stato appena riconfermato sindaco. “Lillo” non può rimanere senza stadio e allora si trova un “accomodamento”: un atto di transazione con il quale Foti – in qualità di presidente – riconosce il credito vantato dal Comune per l’omesso pagamento delle percentuali sugli incassi e per il risarcimento dei danni arrecati all’impianto.
La cifra è da capogiro, soprattutto se si considera lo stato delle finanze di Palazzo San Giorgio: 2,4 milioni di euro (2.386.242, per la precisione), somma «omnicomprensiva» di sorte capitale e interessi. Di questi, un milione e 640mila euro avrebbero dovuto essere pagati tramite “compensazione” con il valore economico delle opere di riqualificazione dello stadio, tra cui la realizzazione di un’area “ospitalità” in tribuna Ovest, la sostituzione della recinzione esterna, l’installazione di quattro schermi a led destinati alla diffusione pubblicitaria e la creazione di una struttura destinata ad attività commerciale. Tutti interventi realizzati solo in parte o per niente. «La mancata o ritardata consegna delle opere» elencate costituivano, e costituiscono ancora, una «condizione risolutiva» dell’accordo transattivo e potrebbero giustificare anche «la decadenza dell’obbligo di erogazione del contributo di sponsorizzazione concesso» dal Comune alla società calcistica.

 

LA CONVENZIONE
Una volta “aggiustato” il problema “debiti”, Scopelliti e Foti possono finalmente siglare la convenzione con la quale la Reggina spa ottiene la concessione dello stadio per 20 anni. L’intesa viene firmata lo stesso giorno dell’accordo transattivo, il 16 aprile. È una convenzione molto vantaggiosa, in base alla quale viene fissato anche il canone per l’uso del “Granillo”: 24mila euro all’anno, cioè 2mila euro al mese. Più o meno il prezzo d’affitto di un monolocale a Roma. Solo che con quella cifra Foti si prende uno stadio intero. Ma il patron amaranto non paga lo stesso, almeno fino al maggio 2013. In una nota del 14 marzo di quello stesso anno, inviata alla commissione straordinaria del Comune, la dirigente Stracuzza sottolinea la «mancata corresponsione da parte della società Reggina calcio spa dei pagamenti previsti dall’articolo 6 della convenzione, in quanto non risultano corrisposte le somme dovute per le annualità 2009/2010-2010/2011-2011/2012 e 2012/2013», per un importo totale di quasi 122mila euro (121.977,13).

 

NIENTE LSU
La convenzione impone alla Reggina altri obblighi, uno dei quali prevedeva l’assunzione di cinque lavoratori lsu da prelevare dal bacino storico del Comune. Dovevano essere stabilizzati «con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato» e con una cadenza temporale precisa: due unità entro cinque mesi dalla data di sottoscrizione della convenzione, una entro 12 mesi e le altre due non oltre il 16 aprile 2009. Invece, in quella stessa nota del 2013, Stracuzza rimarca gli «inadempimenti contrattuali relativi alla mancata assunzione di 5 unità lsu» da parte della Reggina spa. La trasgressione al “patto” avrebbe dovuto avere conseguenze certe: «Il mancato rispetto del suddetto obbligo occupazionale costituisce condizione risolutiva della presente convenzione». La Reggina, invece, ha continuato a giocare al Granillo come se nulla fosse.

 

I RILIEVI DEL COMUNE
Nella sua comunicazione alla terna prefettizia, Stracuzza rileva anche il mancato rispetto della “transazione” del 2007, in particolare per la realizzazione delle strutture commerciali (355mila euro), della recinzione (184.770) e per la verifica della tesatura dei cavi. Non risultava inoltre «stipulato alcun atto, né effettuato alcun pagamento» per l’utilizzo, da parte della società, dell’ex deposito delle Ferrovie dello Stato come parcheggio, per il quale nel 2008 era stato fissato il canone d’affitto in 1.844 euro per ogni partita casalinga.
Un insieme di motivazioni per le quali, secondo gli uffici di Palazzo San Giorgio, «sussistono i presupposti per procedere alla rescissione del contratto» firmato il fatidico 16 aprile 2007.

 

FOTI SAPEVA
Il presidente non poteva certo ignorare lo stato dell’arte. Ci aveva comunque pensato Francesco Barreca, dirigente del settore Servizi alla persona del Comune, a informarlo per mezzo di una raccomandata datata 28 maggio 2013. Una comunicazione nella quale, oltre agli altri rilievi, veniva rimarcato anche il «mancato rinnovo della polizza fideiussoria (250mila euro da rinnovare ogni 5 anni a partire dal 16 aprile 2007, ndr) a garanzia del corretto adempimento degli obblighi della convenzione».
Finora il presidente amaranto è sempre riuscito a cavarsela e a mantenere la gestione del Granillo. Ma
adesso il Comune sembra pronto alle barricate. Come se Foti non avesse già altri problemi.

 

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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