AMANTEA Non tornano i sigilli al porto di Amantea. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura di Paola, che chiedeva che la struttura fosse nuovamente sequestrata. La vicenda ha avuto inizio nel giugno del 2014 quando la Procura di Paola ha disposto il sequestro del porto ritenendo che ci fosse un’occupazione abusiva di bene demaniale, a suo tempo disposta dai commissari straordinari che gestivano il Comune di Amantea dopo lo scioglimento per infiltrazione mafiosa.
La Procura contestava a loro e a due tecnici del Comune il reato di omissione di atti di ufficio e l’occupazione abusiva del suolo demaniale. Il Comune, nella persona del sindaco Monica Sabatino – che si era insediata da poche settimane ed è estranea alla vicenda giudiziaria – interpretando anche il disagio che quel sequestro aveva creato nei pescatori del luogo, degli operatori economici di Amantea e anche nei turisti, tramite l’avvocato Nicola Carratelli ha presentato ricorso al Tribunale della libertà per chiedere – come terza interessata – il dissequestro del porto. Il Riesame ha accolto il ricorso disponendo il dissequestro. Ma i procuratori capo di Paola e Cosenza, Bruno Giordano e Dario Granieri hanno presentato ricorso per Cassazione per «manifesta illogicità delle motivazioni». Ma, nella tarda serata di ieri, la terza sezione penale della Cassazione accogliendo le eccezioni difensive dell’avvocato Carratelli, ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura.
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