Da un decennio a questa parte, nelle città del Sud, e qui a Reggio Calabria in particolare, si sta verificando uno strano fenomeno non considerato dalla politica nazionale e, purtroppo, sottovalutato anche dalla politica locale, probabilmente poco attenta e, direi, disinteressata ai segnali negativi e di disagio che si verificano su questo nostro territorio. Il fenomeno è quello dei giovani che lasciano le nostre città del Sud per trasferirsi, senza voler fare più ritorno, in quelle del Nord Italia o per emigrare definitivamente verso nazioni estere. Se si fa una seria riflessione, questo fenomeno sarebbe da considerare una vera e propria “nuova questione meridionale” da mettere in primo piano tra i problemi essenziali di politica nazionale e territoriale da affrontare efficacemente con la massima urgenza. Il fenomeno dell’emigrazione è atavico per la gente del Sud Italia e la nostra Regione è da più di cento anni abituata a veder andare via i propri giovani. Soltanto che, prima di qualche decennio fa, lo spopolamento della popolazione giovanile avveniva solo nei paesini dell’entroterra. Oggi, invece, anche le grosse città assistono all’esodo dei propri giovani che partono per andare via in cerca di lavoro o per studiare, senza pensare di rientrare più in una terra che non ha purtroppo nulla da offrire per il loro futuro. La politica locale, soprattutto negli ultimi 20 anni, e stata fortemente irresponsabile e inefficiente nei confronti di questo nostro territorio, complice di scelte scellerate compiute da governi nazionali che, piuttosto che potenziare i servizi, hanno spesso determinato l’impoverimento degli stessi, con decisioni di tagli e risparmi in un contesto già povero anche di qualsiasi servizio che si possa considerare essenziale.
Una politica locale che ha solo pensato ai propri interessi personali e di bottega, abbandonando a un amaro destino un povero Sud, lasciato sempre più nella miseria e senza alcuna prospettiva di sviluppo, tagliato fuori dal resto del territorio italiano. Politici rivelatisi spesso corrotti e incapaci, hanno effettuato davvero una vera “secessione” di fatto col resto d’Italia. Basta guardare ai trasporti con servizi non consoni a quelli di un paese civile, con l’alta velocità che arriva sino a Salerno e al taglio dei treni effettuato in questi anni dalle più importanti città del meridione verso il Nord Italia e viceversa. Le strade e le autostrade, con la A3 ancora perennemente incompleta. Gli aeroporti, sempre più depotenziati. Si vedano le politiche industriali, inesistenti. L’impiego pubblico (Poste, Ferrovie, Enel, Asl, enti pubblici e scuola), quello che prima offriva ai giovani qualche speranza di accesso nel mondo del lavoro, oggi viene meno. E allora, con tristezza, ma anche con tanta rabbia addosso, mi viene da dire… quali altre prospettive rimangono ai giovani del sud per continuare a sperare per il loro futuro se non quella di andare via, scappare da questo territorio e da questa triste realtà fatta, purtroppo, solo di miseria? Sarà mai possibile pensare ancora di poter sperare in una classe politica dimostratasi incapace e inadeguata, peggio ancora indifferente, che non avverte l’esigenza di interrogarsi con dibattiti pubblici sulla gravità di questo fenomeno e che non lo fa neppure più di tanto sul calo dei consensi e sulle ragioni per cui la gente non va più a votare? Questa mia riflessione, forse inutile, non può che rimanere sulla coscienza di tutti noi solo come monito… Un Sud così, senza prospettive, senza alcuna possibilità di offrire opportunità di lavora ai nostri giovani è, purtroppo, inevitabilmente destinato a morire.
*Cittadino
x
x