VIBO VALENTIA La prima riunione di giunta è appena finita, ma non è certo il momento del relax. Elio Costa, tornato alla guida della città dieci anni dopo la fine anticipata della sua prima amministrazione, si muove freneticamente nei meandri di palazzo Razza. Stargli dietro non è facile, così come trovare qualche minuto per un’intervista. Sabato ci sarà il primo consiglio comunale, sulla città incombono emergenze ormai incancrenite e, da ultimo, non mancano polemiche e giudizi sui suoi primi passi da sindaco. «Dobbiamo sanare – è il suo mantra – la frattura che si è creata tra i cittadini e l’amministrazione comunale. C’è chi si rivolge a me perché ha problemi a farsi rilasciare un certificato di nascita…».
Com’è andata la giunta? C’erano atti urgenti da approvare.
«Bene: gli assessori hanno subito dimostrato grande professionalità aderendo alla linea di adottare subito delle decisioni urgenti per la città. Allo stesso tempo abbiamo stilato un programma su alcuni problemi che non consentono ai cittadini di vivere normalmente, dalla circolazione ai parcheggi, dall’acqua alle fogne fino al verde pubblico. C’erano poi da approvare dei progetti relativi a finanziamenti europei che scadevano il 30 giugno: dai fondi per Piscopio alla ristrutturazione di palazzo Santa Chiara, per arrivare al waterfront: per il porto sono previsti 6,2 milioni di euro».
Non ha certo trovato una situazione finanziaria “normale”. A quanto ammonta il disavanzo?
«In cassa ho trovato zero, nulla. Dal bilancio preventivo emerge un disavanzo che si trascina da tempo e che ammonta a circa 7-8 milioni di euro. Tutti i tributi che noi riscuotiamo vengono trattenuti dalla cassa di risparmio per far fronte all’utilizzazione impropria dei fondi vincolati che il Comune ha effettuato senza che fosse stata adottata un’apposita delibera per come prevede la legge. Stiamo cercando di vedere come fare per gestire l’ordinario. Quando mi sono insediato non c’erano nemmeno i soldi per pagare gli scrutatori. Per dare un aspetto accettabile alla città ci stiamo avvalendo di cooperative e aziende pubbliche che fanno dei lavori a costo zero. A volte il sindaco provvede di tasca propria anche al pagamento della benzina dei mezzi. Una situazione spaventosa, che non immaginavo di tali dimensioni».
Ci ha messo un po’ a trovare la quadra per la giunta ma, a conti fatti, secondo alcuni non c’è quella discontinuità annunciata rispetto all’amministrazione D’Agostino.
«Nella fase iniziale sono stato più preso dai problemi da risolvere con immediatezza, ma alla fine per la giunta mi sono bastati due giorni. Le polemiche di cui lei parla fanno riferimento a un assessore (Loredana De Marco, ndr) che aveva dato appoggio esterno a D’Agostino. Nessun componente dell’esecutivo ha amministrato né governato in nessun modo con D’Agostino. Si tratta di professionisti, e non di politici, di cui io ho apprezzato molto il curriculum e non l’appartenenza politica. Ho imposto fin dall’inizio che non ci fosse una identità politica».
Dieci anni fa fu proprio la politica, o una parte di essa, a provocare la fine anticipata della sua amministrazione. Come farà stavolta a tenere a bada i partiti e a evitare che la storia si ripeta?
«L’antidoto è rappresentato esclusivamente dalla buona amministrazione. Poi c’è il fatto che io non ho rapporti con i partiti, e i consiglieri e gli assessori non rispondono ai partiti. I componenti dell’esecutivo sanno di essere assessori solo perché sono stati scelti dal sindaco».
Eppure, appena ufficializzata la giunta, esponenti di Fi e di Ncd si sono precipitati a congratularsi con assessori che, evidentemente, ritengono una loro espressione. Non è una contraddizione rispetto a queste sue affermazioni?
«No e le spiego perché. Le faccio un esempio: Francesco Alessandria (neoassessore ai Lavori Pubblici, secondo molti in quota Forza Italia, ndr) è stato sempre il mio tecnico di fiducia durante la mia attività giudiziaria. È un architetto con un curriculum professionale di altissimo livello. Con lui c’è un legame fiduciario che supera completamente le congratulazioni fatte da persone che certamente non lo conoscono profondamente come lo conosco io. Al di là di questo, però, devo ringraziare Giuseppe Mangialavori e Mimmo Arena, che hanno rinunciato al simbolo di partito e dato grande sostegno alla mia candidatura. Non credo proprio ci saranno fratture nella coalizione. Andiamo tutti nella stessa direzione».
Un primo segnale si è visto sui dirigenti. Crede che la burocrazia sia stata gestita male in questi anni?
«Sicuramente la burocrazia non è stata gestita in maniera organizzata, prescindendo dal fatto che anche il Comune deve svolgere la sua attività come se si trattasse di un’azienda. Bisogna riorganizzare tutto, servizi e personale, anche alla luce di alcuni “nuovi” assessorati».
Passiamo ai rifiuti, l’emergenza più grave. Qualcosa si è mosso, ma l’estate è già iniziata…
«Ho cercato di ragionare con l’azienda chiedendo con forza che la città fosse pulita, e soprattutto che si individuino e si rendano operativi i centri ecologici per poter avviare la differenziata. A quel punto non ci saranno più scuse: bisogna partire con la differenziata. Ma è anche un problema di sensibilizzazione dei cittadini».
Crede che si riuscirà a salvare il rapporto con la Progettambiente? Non teme speculazioni anche su questo settore?
«Mi auguro che si possa recuperare nel migliore dei modi, anche perché come si può vedere si stanno già dando da fare per rendere la città pulita. In realtà ora la cosa che più mi preoccupa è che, per fare un esempio, i cittadini lascino rifiuti ingombranti per strada piuttosto che chiamare il numero verde. Ciò significa che hanno perduto l’orgoglio di essere vibonesi. Sto facendo già girare delle squadre in borghese e saranno elevate delle contravvenzioni salatissime. Saremo intransigenti».
L’altra grande emergenza è quella dell’acqua. Come si muoverà sul fronte Alaco e sugli acquedotti cittadini?
«Sull’Alaco c’è un’inchiesta giudiziaria i cui risultati attendo con ansia. Ma anche la nostra rete è un colabrodo, con un 15-16% di allacci abusivi su cui saremo inflessibili. È stata già bandita la gara per oltre 2 milioni di euro destinati al rifacimento della rete idrica e alla creazione di un sistema informatizzato per monitorare tutti i passaggi della rete»
La campagna elettorale è stata scandita da polemiche sui «poteri forti», sulla massoneria nelle liste, si sono paventate influenze “esterne” sulla futura amministrazione.
«Faccio una premessa: io non sono massone, e durante la mia attività giudiziaria mi sono occupato della massoneria deviata. Detto questo, io non so cosa siano i poteri forti, si tratta di una definizione molto vaga: ogni qualvolta che uno perde e non riesce a dare una spiegazione, o non riesce a trovare i responsabili di determinate vicende giudiziarie, vengono evocati i poteri forti o i servizi segreti. Questa generalizzazione mi lascia molto perplesso, e mi lascia intendere che chi usa questo argomento non ne ha altri validi per combattere contro delle linee programmatiche ben chiare e basate sul mio rapporto con la città. Tant’è che io ho preso più voti della somma di quelli presi dalle liste. E questo vuol dire che anche una parte della sinistra mi ha votato».
L’indagine della Procura di Monza in cui è coinvolto la preoccupa?
«No, non mi preoccupa per nulla. Penso che si chiarirà tutto nel più breve tempo possibile».
Se dovesse fissare un obiettivo da realizzare nei primi 100 giorni di amministrazione?
«Riuscire a vivere in una città in cui i cittadini sanno che vanno rispettate le regole».
s.pelaia@corrierecal.it
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