CATANZARO Saranno ascoltati dai pm di Catanzaro i tre dirigenti della Regione Calabria che hanno redatto il rapporto sulla gestione dei fondi della fondazione “Calabria etica”. Luigi Bulotta, Antonio De Marco e Filippo Di Cello saranno sentiti come persone informate sui fatti dagli inquirenti titolari dell’inchiesta su presunte assunzioni illecite e sui progetti messi in piedi dall’ente in house della Regione. L’ipotesi di reato sulla quale stanno lavorando i pm di Catanzaro, Giovanni Bombardieri e Graziella Viscomi, è abuso d’ufficio. Nella relazione stilata dai dirigenti – su incarico della commissione di Vigilanza – si parla di «rischi finanziari per la Regione Calabria in quanto ente promotore ed ente finanziatore della totalità dei progetti di Fondazione Calabria etica». Una relazione pesante che mette in luce un buco di oltre 5 milioni di euro. La vicenda è balzata agli onori della cronaca lo scorso gennaio, quando il Corriere della Calabria diede la notizia di 251 assunzioni effettuate dalla Fondazione nei giorni immediatamente precedenti alle elezioni regionali di novembre 2014 con contratti che vennero perpetrati anche a dicembre e a gennaio fino ad arrivare a 700 assunzioni. Lo scandalo che coinvolse l’ente regionale e il suo presidente dell’epoca – Pasqualino Ruberto, attuale consigliere comunale di Lamezia Terme – portò, a febbraio, la Procura di Catanzaro ad aprire un’inchiesta. I magistrati Bombardieri e Viscomi diedero incarico al Nisa, Nucleo investigativo sanità e ambiente, di acquisire tutta la documentazione utile a compiere gli accertamenti sulle assunzioni fatte e sui progetti svolti o mai partiti della Fondazione. L’inchiesta proseguirà ora con l’ascolto dei dg della commissione Vigilanza.
Alessia Truzzolillo
redazione@corrierecal.it
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