REGGIO CALABRIA Solo due città italiane prescelte dal Tavolo tecnico sulle Città metropolitane promosse dal ministero delle Infrastrutture. Tra queste, oltre a Torino, Reggoo Calabria, che si sono aggiudicate la selezioni tra le dieci in corsa per la sperimentazione con le amministrazioni locali. A ribadirne l’importanza, il sociologo e presidente di Makno Mario Albis, coordinatore del Tavolo che ha come incaricato d’eccezione anche il noto architetto Renzo Piano. La comunicazione ufficiale è stata data dallo stesso Abis durante la conferenza finale di “Metroitalie”, la due giorni organizzata dall’associazione culturale P4C (Prepare for change) e da Demetrio Naccari Carlizzi, dedicata ai temi dello sviluppo e della governance territoriale delle Città Metropolitane. Il confronto che si è svolto a Palazzo San Giorgio, ha previsto inoltre la stesura di un documento finale, che andrà a finire sempre sul tavolo tecnico ministeriale per essere utilizzato nella progettazione del nuovo format metropolitano.
Nella seconda giornata di lavori di Metroitalie, si è discusso in particolare di sviluppo economico ed economia della conoscenza. Per quanto riguarda Reggio, Abis reputa necessaria la «costruzione di un brand identitario competitivo, che crei relazioni con l’esterno. Per questo motivo – ha detto – bisogna elaborare una visione della futura città che non sia solo a breve scadenza. Mobilità, energia, governance, tempo e qualità della vita – ha continuato – sono gli assi fondamentali su cui si basa la progettazione delle Smart city, che se non vengono però inseriti in una visione specifica di ogni singola città porteranno ad un risultato poco funzionale». Fondamentale, quindi, riuscire a vedere quel sistema di nodi territoriali e di rete di connessioni che ogni luogo potenzialmente presenta». «Abbiamo scelto Reggio Calabria – ha poi spiegato Abis – perché si tratta di un’area evidentemente in ritardo rispetto al sistema paese, e quindi può essere l’esempio perfetto di rinascita; perché è una città del Sud, quindi prototipo per un lavoro che serva all’intero Meridione, e infine perché è crocevia dell’area mediterranea, vero scenario, per il momento teorico, di un nuovo grande sviluppo. Dai presenti, la ferma volontà di puntare sul Sud che «deve scegliere – è stato detto – se puntare sull’innovazione o fermarsi solo alla spesa, per altro mal programmata, dei fondi strutturali».
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