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Nunnari: «Non fui io a sospendere Padre Fedele»

COSENZA La posizione della Chiesa cosentina sul caso di padre Fedele. È quella che ha voluto illustrare l’arcivescovo della diocesi di Cosenza-Bisignano, monsignor Salvatore Nunnari. Il vescovo, ch…

Pubblicato il: 26/06/2015 – 10:32
Nunnari: «Non fui io a sospendere Padre Fedele»

COSENZA La posizione della Chiesa cosentina sul caso di padre Fedele. È quella che ha voluto illustrare l’arcivescovo della diocesi di Cosenza-Bisignano, monsignor Salvatore Nunnari. Il vescovo, che tra qualche giorno lascerà la guida dell’arcidiocesi, accompagnato da don Enzo Gabrieli, ha ritenuto necessario fare chiarezza sulla vicenda dell’ex frate ultras, nei giorni scorsi assolto nel processo di appello bis che lo vedeva imputato per violenza sessuale ai danni di una suora. Padre Fedele, nel corso della sua vicenda giudiziaria durata dieci anni, venne sospeso a divinis dal suo Ordine, i Frati minori dei cappuccini. «Quando padre Fedele – ha detto – è stato sospeso dal suo Ordine dei frati minori cappuccini e non da me. Ma non è stato sospeso per la vicenda della suora, nessuno dei cappuccini ha mai creduto alla suora tant’è che l’ordine ha messo a sua disposizione due avvocati il compianto Sorrentino e Gambardella di Lamezia, ma lui li rifiutò. Lui non rispettò la regola dell’obbedienza. L’ordine gli chiese di allontanarsi da Cosenza perché restando avrebbe commesso guai, dissero. Quando parla, Padre Fedele combina guai. Venne mandato in Corsica, su mio intervento venne avvicinato in Umbria. Ma lui non ha mai rispettato la regola dell’obbedienza». Nunnari, ripercorrendo la vicenda attraverso una serie di documenti e lettere dell’epoca, ha ribadito che la sospensione a divinis non è stata data dal vescovo, ma dal suo padre generale. E mostrando un documento ha detto a chiare lettere e con veemenza: «Non è stato Nunnari ad averlo sospeso a divinis. Non è stato Nunnari – ha ripetuto più volte – ad avergli impedito di celebrare la messa. Il suo Ordine però non lo ha mai sospeso per le accuse rivolte dalla suora. Questo deve essere chiaro a tutti. Ci tengo che venga ristabilita la verità. Cari colleghi giornalisti, in un mondo in cui Facebook sporca tutto, mi dispiace alla conclusione del mio mandato leggere notizie inesatte che non rendono onore a un ex frate che sa i fatti. Perché è stato lui a firmare il verbale di notifica di un estinto in cui è stato il suo Ordine a sospenderlo e non per la vicenda della suora. Quando ha subodorato puzza di bruciato è stato lui a chiedere al Papa di sospenderlo per grazia. Ma il suo Ordine lo avrebbe fatto per diritto e non per grazia. Sia chiaro lui era a Cosenza ma non era un mio presbitero in senso giuridico. Ho comunque gioito per la assoluzione. Ora spetterà al mio successore leggere le carte, sentire la Santa Sede e vedere il da farsi. Così si procede, non basta come dice lui alzare il telefono per fargli dire messa. Ma che sei un buffone?». E torna su un punto: «È stato condannato per la disobbedienza. Ho conosciuto le suore dell’ordine della religiosa che lo accusa perché sono venute loro a lamentarsi che all’Oasi c’era troppo rumore. E mi hanno chiesto una casa dove poter stare. La concedo. Un giorno vanno via da Cosenza senza salutarmi. Quando le incontrai a Roma provai a parlare di un incontro tra la suora e Fedele, ma mi dissero che le avrei offese. Quindi, quale complotto? E quale complotto sul Papa Giovanni? Il Papa Giovanni è stato amministrarlo indegnamente da un ladro, come don Luberto. E su questo vi dirò tutto perché scriverò un libro bianco».
Sulla polemica della cittadinanza onoraria, il vescovo ha aggiunto: «Non so chi sono questi consiglieri contrari perché ho la fortuna di non leggere Facebook e non saper usare il computer. Si è dato permesso a tutti di sciorinare veleni. Se ci saranno cose che offendono mi difenderò. Da me e’ venuto il consigliere Frammartino per la cittadinanza onoraria. Io sono contento ma sono già nel cuore di Cosenza, città nobile che non ha bisogno di cialtroni. Ho trovato una diocesi sconquassata, oggi lascio una diocesi sana con preti meravigliosi e chiese ricostruite».

 

mi. mo.

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