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RIMBORSOPOLI | I «fondi neri» di De Gaetano

REGGIO CALABRIA Quasi due anni fa, quando scortato dai suoi legali dell’epoca, gli avvocati Antonio Russo e Antonio Speziale, del foro di Locri, e l’avvocato Giovanni Nicosia, del foro reggino, usc…

Pubblicato il: 26/06/2015 – 16:27
RIMBORSOPOLI | I «fondi neri» di De Gaetano

REGGIO CALABRIA Quasi due anni fa, quando scortato dai suoi legali dell’epoca, gli avvocati Antonio Russo e Antonio Speziale, del foro di Locri, e l’avvocato Giovanni Nicosia, del foro reggino, usciva dalla stanza dell’allora procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza, l’assessore dimissionario Nino De Gaetano si mostrava sereno. «Abbiamo chiarito che tutte le spese che ci vengono contestate sono state fatte secondo le regole e nel puro interesse del partito», aveva affermato – convinto – per poi dire addirittura che «è un bene che vengano fatte inchieste del genere, noi siamo assolutamente sereni». Incauta fiducia in verifiche superficiali da parte della Procura, protervia o incoscienza? Non è dato sapere. Per adesso, l’unica cosa che De Gaetano può a mezzo stampa rendere nota è il suo addio alla giunta e al Pd «per non ostacolare l’attività di Oliverio».

DALLA FDS AL PD, CAMBIA LA BANDIERA, NON IL REATO Passato dalla Federazione della Sinistra al Partito democratico, dopo un breve ma comunque fruttuoso periodo di allocazione nel gruppo Progetto democratico, De Gaetano ha mantenuto inalterata un’indiscutibile capacità nel gestire “allegramente” i fondi pubblici in qualsiasi partito si trovasse. In qualità di tesoriere o di semplice consigliere, grazie ai fondi destinati ai gruppi, è riuscito a farsi finanziare pranzi, cene e viaggi, un esercito di collaboratori degno di uno sceicco – sono ventisette fra cui il cugino Carmelo Lazzaro – leasing, assicurazione e riparazioni di un’auto di lusso, per giunta “ereditata” da uno zio. Di certo, per lui il periodo più “proficuo” sarebbe stato quello da tesoriere e capogruppo della Federazione della sinistra, dal maggio 2010 al dicembre 2011. Un periodo breve, ma durante il quale l’assessore dimissionario, secondo la procura, si sarebbe appropriato solo nell’anno 2010 di 79.905,42 euro in contanti, mediante indebiti e ingiustificati prelievi dal conto corrente intestato al gruppo consiliare, più € 160.713,10 euro chiesti e ottenuti a titolo di rimborso per spese non rimborsabili, mentre nel 2011 avrebbe accumulato un tesoretto di 95.730 euro grazie a prelievi bancomat privi di giustificazione alcuna, più 74.239,97 euro a titolo di rimborso per spese private o non rimborsabili.

I RIMBORSI Un periodo di intensa attività condiviso all’epoca con Ferdinando Aiello, insieme a lui eletto nelle liste della Federazione della Sinistra e passato a Progetto democratico, cui De Gaetano autorizzava pranzi, cene, spese e acquisti senza batter ciglio, perché – dirà interrogato dal pm Centini e dall’aggiunto Sferlazza – «per quanto riguarda Aiello, quando c’era qualche manifestazione, qualche iniziativa che serviva ad Aiello ne parlava con me e mi portava poi le fatture ed io davo le somme che spendeva Aiello per fare quelle attività».

LA DIPLOMAZIA DEL RISTORANTE Proprio pranzi e cene nei più noti – e più cari – ristoranti di Reggio e Cosenza sono una delle voci che pesano di più nel rendiconto presentato dall’allora tesoriere. Incontri istituzionali, tenta di spiegare ai magistrati De Gaetano, che sostiene «ovviamente quando c’è stata qualche iniziativa particolare c’è la locandina… qualche iniziativa pubblica, poi ci sono anche riunioni che non sono pubbliche ma sono riunioni per l’organizzazione del gruppo, per decidere come fare una attività. Se per esempio io faccio la legge sul salario sociale e io sono il presentatore di legge, può essere che invito persone, persone parlo di rappresentanti del terzo settore, rappresentanti del sindacato, rappresentanti delle associazione dei disabili per discutere di questi problemi e per darmi la loro opinione sul modificare, come fare la legge, aggiungere punti, e può essere che, ovviamente, come avviene in tutti i campi, se queste persone che vengono invitate, può essere che molte non sono di Reggio, vengono dalla Provincia, vengono da fuori Provincia, se si protrae e si arriva a pranzo o a cena di solito la prassi, come avviene sempre, è invitare le persone a pranzo perché… è così insomma… è naturale, ma sempre per discutere.. quando facevamo queste cose era perché c’era stata prima o dopo una discussione». A spese del consiglio regionale.

DUE CONSIGLIERI TRE SEDI Iniziative, continua De Gaetano, che si svolgevano nella sede istituzionale di Palazzo Campanella, oppure nei locali – uno a Cosenza, uno a Reggio – che il gruppo a spese della Regione ha sempre mantenuto, ma «può essere che facevamo la riunione anche in un bar». Un gruppo di due componenti – sostiene di fronte agli allibiti pm che più volte ritornano sulla questione – aveva necessità di mantenere tre sedi perché «l’attività politica si fa tutti i giorni» e «facevamo tante riunioni il sabato e la domenica ed al Consiglio era difficoltoso». Quando invece si trattava di convegni, conferenze o misteriose «iniziative politiche» che meglio l’assessore dimissionario non sa spiegare, spesso De Gaetano faceva ricorso ad una misconosciuta quanto poliedrica «associazione cultura e spettacoli F», che a detta dell’assessore dimissionario «utilizzavamo quando dovevamo fare qualche iniziativa… ci dava una mano a preparare disegni di legge in vari ambiti», ma si prodigava anche nel fornire «sia hostess sia per esempio facevamo qualche iniziativa e poi a completamento iniziativa c’era un buffet», come pure «subito dopo dell’iniziativa (facevano) una cosa musicale» e «ci portavano le sedie».

ALLA RIVOLUZIONE SULL’AUDI A4 Ma riunioni, iniziative, convegni e incontri non devono essere mancati neanche fuori provincia, se è vero che il gruppo della Federazione della sinistra ha sentito la necessità di fare un leasing per un’Audi A4 – non esattamente un’utilitaria – da utilizzare «quando bisognava andare a fare iniziative o bisognava andare a fare una conferenza o andare a fare in qualche Comune, a discutere con qualche amministratore … il capogruppo … l’altro consigliere o qualche esponente della struttura del consiglio andava con questa macchina». Dal 21 ottobre del 2011 quella macchina passerà in mano allo zio dell’assessore dimissionario, Domenico Lazzaro, che pur pagando personalmente le quote del leasing, continuerà per mesi ad addebitare alla Regione altre spese di mantenimento.

BANCOMAT SELVAGGIO E FALSE FATTURAZIONI Ma a pesare sulla posizione di De Gaetano sono soprattutto due voci che l’assessore non è riuscito in alcun modo a spiegare ai magistrati. Primo, l’uso disinvolto del bancomat del Consiglio regionale, utilizzato per prelevare decine di migliaia di euro che non trovano giustificazione alcune e fanno il paio con rendiconti infedeli, in cui le spese riportate non arrivano a coprire la somma sparita dal conto corrente. Mettendo a confronto il rendiconto presentato con le spese documentate si evince che il gruppo – si legge nelle carte – «il dato delle uscite dichiarate al Consiglio (€ 172.083,31) risulta assolutamente proporzionato rispetto a quello delle uscite reali documentate pari a soli 85.361,21 euro. Ciò permetteva al De Gaetano di accumulare un cospicuo fondo nero, che peraltro non lasciava in giacenza sul conto corrente ma prelevava in contanti (che risulteranno assolutamente non giustificati)». Un elemento che diventa ancor più grave alla luce dei giochi di prestigio con false fatturazioni per acquisti inesistenti, secondo la procura fatte dal capogruppo a benefico della Litografia Az, «volte a precostituire pezze giustificative di somme utilizzate per fini non conformi alle finalità previste dalla legge regionale». Un quadro sconfortante che il gip sintetizza con una valutazione lapidaria: «Anche la gestione del De Gaetano appare connotata da gravi abusi contrari a quei canoni di correttezza ed etica pubblica che dovrebbero ispirare il comportamento di un uomo delle istituzioni che amministra denaro pubblico. Ed invero i risultati delle verifiche conta
bili eseguite dalla guardia di finanza hanno consentito di accertare la gestione uti dominus di ingenti somme spese per finalità non consentite e del tutto avulse da quelle istituzionali al cui perseguimento dovrebbero essere rivolte i fondi dei gruppi consiliari».

CAMBIA IL PARTITO, NON CAMBIA L’ANDAZZO Finita la stagione della Federazione della sinistra, De Gaetano perde il ruolo da tesoriere e capogruppo ma il suo comportamento non cambia. Al contrario, lui e Aiello riusciranno a mettere nei guai anche il collega Vincenzo Antonio Ciconte, convincendolo ad adottare una procedura molto più “snella” – senza uno straccio di pezza giustificativa – ma assolutamente arbitraria per rendicontare le spese. Un «segno concreto della consapevolezza di costoro (De Gaetano e Aiello, ndr) – si legge nelle carte – di volere evitare di essere sottoposti a controlli idonei a smentire il corretto utilizzo delle somme di cui si ritenevano arbitri indipendentemente dalle previsioni normative e senza rispetto nell’uso delle risorse economiche pubbliche che la legge consente loro di utilizzare». Morale, a Ciconte tocca rispondere di falso e peculato in concorso con Aiello – cui ha arbitrariamente sovvenzionato viaggi, carburante, pasti personali, pernottamenti, materiale informatico e bollette Enigas e Telecom dei familiari – e De Gaetano, che per gli inquirenti «condivide l’utilizzazione privata del denaro senza tener conto del vincolo di destinazione». Cambia il partito ma non cambia l’andazzo quando De Gaetano passa nel Pd, dove riesce a farsi rimborsare quasi 8mila euro di pasti – a Reggio, Roma e Milano – viaggi, pernottamenti, videoproiettori, convegni in agriturismo a cinque stelle e carburante.

LA “PARTICOLARE CAPACITÀ CRIMINALE” DI DE GAETANO Tutti elementi che il gip Olga Tarzia non può che valutare duramente nel disporre i domiciliari come unica misura adeguata per l’assessore regionale dimissionario Nino De Gaetano, «sia sotto il profilo dell’entità delle somme oggetto di appropriazione che della particolare capacità criminale dimostrata nel predisporre documentazione di spesa falsa al fine di occultare le proprie responsabilità». Il politico – afferma il giudice – si è «appropriato di somme enormi, in particolare ricorrendo a prelievi per contanti risultati privi di qualsiasi giustificazione. Inoltre, lo stesso si è reso responsabile di gravi manipolazioni della documentazione contabile, sia producendo al consiglio regionale note di rendiconto totalmente mendaci, sia confezionando documenti di spesa di cui si è accertata la falsità, come quelli relativi alla Az Litografia, giungendo a predisporre vere e proprie fatture false». Abilità che per il giudice sono ancor più pericolose alla luce del potere e dell’influenza politica di De Gaetano che «sebbene non ricandidato per le recenti consultazioni elettorali, rimane soggetto molto attivo politicamente a livello locale, che ha ricoperto diversi ruoli di prestigio al livello dell’amministrazione regionale, essendo anche stato assessore regionale. Fitta quindi la rete di rapporti con soggetti che attualmente ricoprono incarichi all’interno della pubblica amministrazione locale della quale può giovarsi l’indagato al fine di reiterare reati della stessa specie di quelli per i quali si procede nei suoi confronti». Un dato dimostrato in maniera inequivocabile da una circostanza secondo il gip: «Nelle more della ultimazione della presente richiesta il De Gaetano veniva nominato assessore ai Lavori pubblici ed ai Trasporti della nuova giunta regionale retta da Oliverio, a dimostrazione di come il suo accantonamento al momento della compilazione delle liste elettorali era da intendersi come meramente momentaneo».

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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