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RIMBORSOPOLI | La generosità di Ferdinando Aiello

REGGIO CALABRIA Se per Friedrich Engels la famiglia borghese è l’architrave del capitalismo e del sistema di oppressione che ne deriva, Ferdinando Aiello – che ai grandi padri del marxismo si appel…

Pubblicato il: 27/06/2015 – 8:25

REGGIO CALABRIA Se per Friedrich Engels la famiglia borghese è l’architrave del capitalismo e del sistema di oppressione che ne deriva, Ferdinando Aiello – che ai grandi padri del marxismo si appellava in infuocati comizi – alla famiglia – la sua – ci tiene assai. Tanto da mettere a carico del Consiglio regionale le bollette di luce, gas e telefono di mamma e papà. Il trucco – hanno scoperto i finanzieri che sono anche andati a verificare di persona cosa ci fosse a Rogliano – è quasi banale. Alla base c’è una scrittura privata dell’aprile 2010, mai registrata presso l’Ufficio Territoriale competente, che attesta la concessione in comodato d’uso gratuito di un immobile al consigliere. A firmarlo sarebbe la madre del consigliere. L’immobile viene fatto passare come sede del gruppo nel cosentino, ma in realtà – dicono i militari – lì «non vi è allo stato attuale alcun elemento che consenta di ricondurre la disponibilità di locali/abitazioni ivi insistenti ad Aiello Ferdinando». C’è solo un’insegna, “Aiello assicurazioni”. Quando girano l’angolo, il mistero si risolve. Siamo al 32 di via Regina Elena a Rogliano, dove da sempre abitano mamma e papà Aiello, le cui utenze sarebbero state pagate per anni dai calabresi, perché rendicontate fra le spese dei gruppi di cui l’ex consigliere regionale – e oggi deputato di Sinistra Ecologia e Libertà – ha fatto parte.

Ma Ferdinando è un uomo generoso. Lo si capisce dalla lunga lista di spese per cui ha chiesto il rimborso. Il riferimento non è solo a pranzi e cene per tre, quattro o sei persone che ha fatto pagare al gruppo, ma al “supporto” fornito a tre – presumibilmente – amici di Aiello, che nulla hanno a che fare con la Regione o con la struttura di cui l’allora consigliere beneficia a Palazzo Campanella, ma che grazie a lui hanno avuto per anni benzina e gasolio pagati dai calabresi. I tre sono stati immortalati a rifornire le proprie auto personali in varie aree di servizio del cosentino a spese del consiglio regionale. Possibile che a nessuno sia saltato in mente di controllare cosa ci fosse fra le richieste di rimborso presentate da Aiello? A quanto pare, no. Passato dalla Federazione della sinistra a Progetto democratico, per poi trasferirsi nel Gruppo misto, Aiello nel tempo ha dovuto rendere conto al collega Nino De Gaetano – finito ai domiciliari per i presunti giochi di prestigio fatti con la dotazione gestita da capogruppo – all’attuale vicepresidente dimissionario Vincenzo Antonio Ciconte, senza troppe resistenze convinto ad adottare procedure light di rendicontazione e da Giuseppe Bova, capogruppo del Misto, che quasi si indigna quando i magistrati gli chiedono conto della contabilità lacunosa, se non fantasiosa da lui gestita. «La mia – dice – è una funzione tecnica di coordinamento, quando faccio la sintesi io chiamo loro al telefono o loro me lo comunicano “tanto ho speso per questo… tanto ho speso per questo… tanto altro. Quando poi i signori, sulla base dell’indagine avviata, sono venuti, io ho chiesto le carte sia ad Adamo, sia ad Aiello e loro mi hanno portato le carte e io sono stato parte diligente per poi firmare il verbale e controfirmare… ma non è che io, come dire, non ho esercitato una funzione che non ero chiamato ad esercitare… perché come gruppo misto non dovevo esercitare… perché se io intervenivo ed interrompevo i finanziamenti in qualche maniera una delle responsabilià, quella fondamentale che avevo non l’avrei osservata più». Della serie, il mio compito era distribuire denaro – anche per non turbare equilibri interpartitici – non controllare l’uso che ne venisse fatto. Tanto pagano i calabresi.

 

a. c.

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