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I renziani come schegge impazzite

LAMEZIA TERME Regna il caos all’interno del Pd calabrese dopo il terremoto “rimborsopoli”. E le divisioni riguardano soprattutto il fronte dei renziani. La maggioranza che ha eletto al congres…

Pubblicato il: 28/06/2015 – 20:35
I renziani come schegge impazzite

LAMEZIA TERME Regna il caos all’interno del Pd calabrese dopo il terremoto “rimborsopoli”. E le divisioni riguardano soprattutto il fronte dei renziani. La maggioranza che ha eletto al congresso Ernesto Magorno nei fatti non c’è più. La dimostrazione plastica di un fronte che si è sciolto come neve al sole è dato dal moltiplicarsi di appuntamenti di queste ore. Si parte lunedì da Luzzi, dove Andrea Guccione – col placet dello stesso Magorno – ha convocato una riunione dei big dell’area che fa riferimento al segretario-premier. Il giorno dopo sarà la volta di Gianluca Callipo. Lo sfidante di Mario Oliverio alle ultime primarie del centrosinistra ha dato appuntamento a tutti per martedì a Lamezia Terme.

Nessuno lo dice apertamente ma è chiaro che le due iniziative sono in contrapposizione tra loro. Ufficialmente si dovrebbe discutere di come rilanciare l’azione politica a supporto di una giunta regionale uscita azzoppata dall’inchiesta coordinata dalla Procura di Reggio Calabria. Ma è chiaro che dietro tali iniziative si riflette il gioco delle correnti renziane (Lotti-Boschi vs Delrio-Guerini). 

In un quadro così frastagliato, c’è chi prova a tirarsi fuori. È il caso dei franceschiniani di “AreaDem” Nicodemo Oliverio e Franco Laratta che annunciano di non volere «partecipare a nessuna delle diverse iniziative politiche in campo nelle prossime ore in Calabria, salvo che non si tratti di riunioni degli organismi ufficiali del Pd. Siamo infatti convinti – proseguono i due – che prima di tutto vada perseguita l’unità del partito. Obiettivo che la segreteria regionale del Pd avrebbe dovuto tentare a tutti i costi, già nei mesi scorsi. E non attivarsi a dividere ulteriormente anche l’area di riferimento. In una fase così delicata e grave per la politica calabrese, non serve null’altro che l’unità e la compattezza del gruppo dirigente di un partito, che è  chiamato a dare risposte forti e immediate ad una situazione che non ha precedenti, mettendo così il presidente Oliverio in condizione di dare al più presto alla Calabria un governo forte e di altissimo profilo, fuori da equilibrismi e dalle logoranti logiche di appartenenze».

«Invitiamo tutte le parti in causa e a tutte le anime del Pd calabrese – concludono Oliverio e Laratta – a deporre le armi della lacerazione e della contrapposizione, perché di questo passo si rischia di finire nel baratro! Urgono scelte di rottura con tutto quello che finora è stato. Per il Pd calabrese questa è l’ultima chiamata: o si cambia nel segno dell’unità, o non ci saranno appelli. La Calabria deve immediatamente uscire dalla condizione gravissima in cui è venuta a trovarsi». 

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