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Come ridare trasparenza alle spese dei gruppi

LAMEZIA TERME Nelle ore successive al terremoto di Rimborsopoli, la prima dichiarazione pubblica di Mario Oliverio è stata più che interlocutoria. Il governatore ha scelto di non sbilanciarsi. Su u…

Pubblicato il: 29/06/2015 – 12:27
Come ridare trasparenza alle spese dei gruppi

LAMEZIA TERME Nelle ore successive al terremoto di Rimborsopoli, la prima dichiarazione pubblica di Mario Oliverio è stata più che interlocutoria. Il governatore ha scelto di non sbilanciarsi. Su un punto, però, ha espresso un posizione chiara: «Questa vicenda impone una riflessione, affinché il corpo delle misure legislative già assunte nella precedente legislatura in materia di risorse e strumenti destinati ai gruppi consiliari, sia ulteriormente rafforzato in direzione di maggiore trasparenza e controllo».
Bene, si poteva fare più di tre mesi fa, quando Orlandino Greco, consigliere regionale della lista “Oliverio presidente”, ha presentato una proposta di legge che mira proprio a regolare il funzionamento degli «uffici di diretta collaborazione con gli organismi politico-istituzionali del consiglio regionale e sulle modalità di funzionamento dei gruppi consiliari». La proposta, appena arrivata in consiglio, si è arenata: pare che la maggioranza che sostiene il governatore non fosse esattamente pronta a sposarne i contenuti. Capita spesso, quando si cerca di tagliare o disciplinare i costi della politica.
Ma conviene comunque analizzare i contenuti del progetto, la cui ratio è quella di «razionalizzare e condurre a unità la confusa e disorganica legislazione vigente in materia, riformandola». La proposta di legge fissa alcuni paletti per le strutture speciali. Vediamo di cosa si tratta.

1. I costi. La legge comporta una riduzione della spesa, perché prevede compensi più bassi per le figure del segretario particolare e dell’assistente amministrativo. Guadagnerebbero circa il 10% in meno rispetto alle retribuzioni attuali. Tutti i trattamenti economici – è un’altra delle prescrizioni – saranno resi pubblici sul sito istituzionale del consiglio regionale.

2. I titoli. Gli incarichi legati al consiglio regionale andrebbero conferiti «sulla base di espressa e analitica motivazione, nella quale sono esaminate le caratteristiche professionali del ruolo da ricoprire e la rispondenza ad esse del candidato, come desunta dal curriculum vitae». La laurea sarebbe richiesta soltanto per l’incarico di collaboratore esperto. In ogni caso, il titolare della struttura speciale e il consigliere regionale (la legge disciplina, ovviamente, anche le strutture assegnate ai singoli consiglieri) sono tenuti, ogni anno, «a cadenza annuale a redigere una relazione sull’andamento dell’attività svolta dai propri collaboratori».

3. I fondi ai gruppi. Per le spese funzionamento, a ogni gruppo consiliare verrebbero assegnati 5mila euro per ciascun consigliere iscritto, oltre a un importo complessivo pari a 5 centesimi per abitante, «al fine di tener conto delle dimensioni del territorio e della popolazione residente nella regione». Dal contributo sono esclusi i gruppi composti da un solo consigliere, «salvo quelli che risultino così composti già all’esito delle elezioni». I monogruppi, insomma, non sarebbero eliminati a prescindere.

4. Le attività dei gruppi. Con i fondi ottenuti dal consiglio regionale, i gruppi potrebbero dare vita ad attività «per la realizzazione dei propri fini istituzionali» e iniziative «individuate in un documento programmatico, predisposto all’atto di costituzione del gruppo consiliare e aggiornato a cadenza almeno trimestrale». Documento da pubblicare sul sito del consiglio regionale.

5. La trasparenza. I gruppi consiliari dovrebbero approvare un rendiconto di esercizio annuale nel quale evidenziare le risorse loro trasferite dal consiglio regionale, «con indicazione del titolo del trasferimento, nonché le misure adottate per consentire la tracciabilità dei pagamenti effettuati». Questi rendiconti sarebbero trasferiti alla Corte dei conti per i controlli del caso.

6. I controlli. La proposta di legge prevede l’istituzione, in Regione, di un Nucleo di valutazione sulle spese del consiglio regionale. Sarebbe composto da cinque componenti, per i quali non sono previsti trattamenti economici aggiuntivi. Il suo ruolo sarebbe quello di verificare e controllare la legittimità su tutti gli atti di gestione dei gruppi consiliari, incluso il conferimento di incarichi di collaborazione. Niente più “consuetudini” prive di trasparenza, ma regole e controlli certi. A voler pensare male, ce n’è abbastanza per motivare la lentezza con la quale procede la proposta.

 

Pablo Petrasso

p.petrasso@corrierecal.it

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