CATANZARO Tre anni di reclusione, questa la richiesta di condanna che il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Elio Romano ha formulato nei confronti del senatore Pietro Aiello, la cui posizione segue il rito abbreviato, accusato di corruzione elettorale. Lo stesso pm ha poi chiesto il rinvio a giudizio per Giovanni Scaramuzzino, che segue il rito ordinario, avvocato di Lamezia Terme accusato anch’egli di corruzione elettorale ma con l’aggravante del metodo mafioso. L’episodio contestato ai due imputati nasce in seno all’indagine Perseo, dalle testimoninze dei collaboratori di giustizia Giuseppe Giampa’, reggente dell’omonima cosca, e Saverio Cappello. Il senatore, con l’aiuto dell’avvocato Scaramuzzino, avrebbe chiesto appoggio elettorale per le regionali del 2010, inquinando così quelle stesse elezioni nelle quali totalizzò 10mila voti. Stando alle testimonianze rese dai collaboratori di giustizia, l’incontro tra Aiello e Giuseppe Giampà sarebbe avvenuto nello studio dell’avvocato Scaramuzzino. In cambio del sostegno elettorale dei Giampà l’ex consigliere regionale si sarebbe dovuto mettere «a disposizione» della cosca favorendola nell’affidamento degli appalti e la fornitura di materiale. Gli avvocati di Giovanni Scaramuzzino, Francesco Gambardella e Francesco Siracusano, hanno chiesto l’improcedibilità nei confronti del loro assistito poiché lo stesso episodio contestato non può avere doppia qualificazione giuridica, essendo il concorso esterno, per lo stesso caso, discusso in sede di rito ordinari nel processo che si sta tenendo a Lamezia Terme. La decisione del gup e’ prevista per il 26 ottobre.
Alessia Truzzolillo
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