LAMEZIA TERME Un altro scossone in Calabria Renzi non lo vuole. Fin qui ha lasciato mano libera a Ernesto Magorno prendendo per buoni i report più o meno tranquillizzanti che gli arrivavano da Luca Lotti e da Lorenzo Guerini. Lo ha fatto anche quando Graziano Delrio ha preso l’iniziativa di un comunicato stampa che affidava all’Ansa «malumori di Palazzo Chigi» per la cocciuta scelta di Mario Oliverio di nominare assessore Nino De Gaetano condividendo, sul punto, tutte le perplessità e i distinguo che arrivavano dall’ex ministro Maria Carmela Lanzetta.
Oggi Renzi non si fida più degli impegni solenni e delle buone intenzioni manifestate subito dopo il terremoto giudiziario sui “rimborsi facili” alla Regione. Ha voluto una copia dell’ordinanza del gip di Reggio Calabria Olga Tarzia e ha voluto che alcuni legali di sua fiducia la esaminassero e commentassero. È vero, le posizioni sono varie e diversificate ma un punto è comune: la rottamazione promessa non c’è stata ed alcuni degli indagati sono «indifendibili».
Di questo si discuterà già nella giornata di martedì che dovrebbe portare chiarezza soprattutto nei futuri rapporti tra il Pd e il governatore Mario Oliverio. Se Oliverio intenderà proseguire sulla strada del «decido e faccio tutto io» il Pd ritirerà ogni copertura nazionale replicando, in Calabria e con condizioni oggettivamente più pesanti, quanto già sta accadendo a Roma dove nessuno fa mistero della rottura tra il sindaco Ignazio Marino e Matteo Renzi. Se invece si tende a lavorare ad una squadra da mettere in campo con requisiti tecnici e morali assolutamente incontestabili, allora si può andare ad una svolta vera. Paradossalmente i numeri in consiglio regionale sono più confortanti se si andrà in questa direzione. Nella Capitale, infatti, arrivano contestazioni e invocazioni di intervento proprio dal fronte dei “peones” che non intendono pagare il conto di altre scellerate gestioni. È il caso dei consiglieri regionali Arturo Bova, Nicola Irto, Mimmo Bevacqua, Peppe Neri, giusto per citarne alcuni. Invocano un partito nuovo e coerente, pronti non ad uno ma anche a diversi passi indietro a patto che si scelgano uomini davvero in grado di ricucire lo strappo che le recenti vicende hanno inflitto al corpo elettorale legato al Pd e, più in generale, con quegli elettori che invocano un cambiamento per tornare alle urne.
Allo scopo di offrire garanzie, non è escluso che già domani si vada alla decisione della segreteria nazionale di mandare un suo “osservatore” in Calabria per affiancare Ernesto Magorno. Quest’ultimo, infatti, è segretario regionale ma non fa parte della segreteria nazionale per cui un affiancamento non ne inficerebbe la legittimazione. I nomi che corrono in queste ore sono diversi, tra questi quelli dei parlamentari Stafania Covello, Ernesto Carbone e della stessa Maria Carmela Lanzetta. Insomma, la partita vera (come sempre) sulla Calabria si giocherà a Roma. Gli appuntamenti in programma per oggi a Luzzi (promotore Andrea Guccione) e domani a Lamezia Terme (iniziativa sponsorizzata da Gianluca Callipo) serviranno più altro per fare un punto della situazione. I protagonisti sono più o meno consapevoli che le decisioni importanti saranno prese sull’asse Palazzo Chigi-Nazareno.
In ogni caso, il muro contro muro sarà evitato. A Cosenza, al termine una riunione a cui hanno preso parte i vari Guccione, Callipo, Magorno e Covello, si è deciso di annullare le assemblee in programma per oggi a Luzzi e domani a Lamezia Terme. L’area Renzi – tutta, senza distinzioni di correnti – si ritroverà domenica a Lamezia Terme per un’assemblea.
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